Mario, un uomo

Stare in strada: non lo auguro a nessuno.

Non importa se ti ci trovi perché hai perso tutto, perché tua moglie ti ha buttato fuori di casa perché sei un fallito; perché sei scappato da un centro di accoglienza; perché a vendere il tuo corpo non ce la facevi più.Ho paura per  strada, soprattutto di notte. È pieno di ubriachi, di gente violenta. C’è quel ragazzo che sta accucciato e urla, quella donna sepolta sotto i suoi cartoni, che parla da sola. Ho paura non tanto per quello che mi possono fare, ma perché potrei diventare così anch’io. Alla stazione sembra che tutto corra e tutti corrano appresso. A me sembra di essere fermo/a, anzi di galleggiare Dondola tutto ancora, come quando ero in barca e il cherosene bruciava le ferite e mi sembrava che non si sarebbe arrivati mai. Forse è la famosa società liquida che mi fa galleggiare e, a forza di non avere, di non potere, di non sembrare, di non piacere, mi sembra addirittura di non essere.