Il centro è nato con l'obiettivo di creare delle condizioni strutturali e relazionali che facilitino il miglioramento della qualità della vita, della salute e dell'integrazione sociale di persone con diverse forme di disagio, in corrispondenza alla sensibilizzazione ed al coinvolgimento dei cittadini della comunità locale, al fine di valorizzare in ciascuno di essi un atteggiamento di solidarietà e di empatia piuttosto che di diniego ed esclusione. Determinare un cambiamento contestuale che permetta una variazione sulla maniera di percepire ed attribuire significato da parte delle persone nei riguardi della stazione ferroviaria. I contenuti principali di tale cambiamento sono da individuarsi in forme di orientamento del modo di pensare che tendano a considerare la stazione come luogo di partecipazione sociale, di inclusione e di incontro, cercando di superare il pregiudizio ricorrente sulla stazione come luogo di trasgressione, pericolo e malaffare.
I servizi sono rivolti a qualsiasi persona presenti una condizione di disagio o difficoltà, indipendentemente dal proprio credo e provenienza: persone senza dimora, alcol e tossicodipendenti, portatori di disturbi psichiatrici, ex detenuti, rom, stranieri.
I possibili effetti secondari dell'intervento, da considerarsi di riflesso, sono riconducibili in primo luogo al tema della prevenzione.
La presenza degli operatori in orario serale può infatti disincentivare comportamenti trasgressivi da parte dei giovani (compresi gli studenti), i quali tendono a formare gruppi nelle vicinanze del Movicentro (area commerciale ricavata con la ristrutturazione di locali ex FF.SS.). In secondo luogo, la ricaduta dell'intervento, può andare ad incidere su altre forme di disagio meno manifeste, come ad esempio alcuni clienti dozzinanti presso le pensioni a basso costo situate a poche decine di metri dalla stazione. Alcuni di essi sono ex detenuti o comunque persone in difficoltà.