Il progetto della Caritas diocesana ha consentito l’attivazione di 5 poli in cui garantire servizi essenziali come mense, ricoveri notturni, laboratori occupazionali, docce e lavanderie
VICENZA – Il territorio di Vicenza si mobilita a favore degli ultimi. È questo il senso del progetto “Rete territoriale di inclusione sociale”, di cui oggi è stato presentato il bilancio delle attività. Nato nel febbraio 2006 su iniziativa della Caritas di Vicenza, il progetto prevedeva la creazione di cinque poli per l’inclusione sociale in altrettanti comuni della provincia (oltre al capoluogo anche Bassano, Schio, Arzignano e Valdagno). Grazie al finanziamento di 3 milioni e 580 mila euro da parte della Fondazione Cariverona è stato possibile costruire o ristrutturare edifici, uno per ogni polo del territorio, in cui offrire servizi essenziali come mense, ricoveri notturni, segretariato sociale, laboratori occupazionali a bassa soglia, docce e lavanderie.
Nel 2010 la rete, con i suoi quattro poli attivi (quello di Arzignano ha aperto i battenti solo da pochi giorni) hanno dato ospitalità notturna a 998 persone, mettendo a disposizione 165 posti letto. I posti mensa garantiti sono stati invece 199 e hanno consentito di servire 44.660 pasti nel 2010. Quanto al servizio di segretariato sociale e ai percorsi di inclusione sociale, nel 2010 hanno garantito ogni settimana 96 ore di attività, seguendo 671 persone e attivando 162 percorsi di recupero sociale. Delle docce hanno beneficiato 808 ospiti interni e 383 ospiti esterni alle strutture, mentre il servizio di lavanderia è stato utilizzato da 634 persone. Sul fronte lavoro, sono stati attivati 8 laboratori occupazionali, che hanno offerto un’opportunità di reinserimento a 175 persone. Altrettanti gli appartamenti di “sgancio” presenti nella rete, di cui hanno usufruito 31 persone. Tutto questo grazie all’impegno di 877 volontari, per un totale di 800 ore alla settimana, di 8 figure professionali specifiche, di 24 operatori part-time e 9 full time.
“Dai dati emerge un numero costante di persone in povertà estrema anche nel nostro territorio – sottolinea il direttore della Caritas diocesana vicentina, don Giovanni Sandonà - Numeri che evidenziano la necessità di questo tipo di servizi, che da un lato restituiscono dignità agli ultimi e dall’altra consentono alla collettività di prevenire un ulteriore degrado”. E conclude: “Ci auguriamo che i risultati di questo lavoro di rete inducano le istituzioni locali ad assumersi la piena responsabilità di fronteggiare le situazioni di emarginazione più estrema”.