Viaggio nel ''Roma Residence''.


Pubblicato il 04.10.2005 in News Sociale

Dopo il passaggio al Gruppo Mezzaroma, vi sarà un cambio di destinazione d'uso? 300 senegalesi hanno protestato contro lo sgombero; il municipio mediatore tra proprietà, ente gestore e inquilini.

Il Roma Residence si compone di 6 condomini di sette piani costruiti su un terreno privato, per un totale di 550 appartamenti ricavati da 265 unità immobiliari. Dalle visure del Catasto risulta che il proprietario dell'immobile è "Banca Italease s.p.a.", istituto bancario di leasing con sede a Milano. Il terreno è proprietà dell'impresa di costruzioni "Fineuropa spa-Gruppo Mezzaroma", che fa capo al giovane imprenditore Massimo Mezzaroma, uno dei più grandi costruttori in Italia. L'ente gestore del complesso è invece "C.E.I.M. s.r.l.", società del "Gruppo Mezzaroma" specializzata nell'acquisto, vendita, costruzione e gestione di complessi immobiliari. Italease figura dal 2005 come proprietario dell'immobile, ma in realtà la banca milanese ha soltanto finanziato un leasing alla C.E.I.M., che in quanto locatario ha esercitato il diritto di prelazione sulla vendita e pertanto sarà proprietaria al pagamento della rata finale. Le quote sono state vendute dall'"Enpam" (Ente nazionale previdenza ed assistenza medici, con sede a Roma). L'Enpam è stato proprietario dell'immobile dal 1985, insieme alle società "Sutex spa" e "Meridionale Seconda spa", queste ultime due cessate e fuse mediante incorporazione nella Fineuropa nel gennaio 1995, anno del drastico cambio di destinazione del Residence da una clientela turistica ad una residenziale con tutte le carenze e i problemi sociali, sanitari e di sicurezza che si sono sviluppati negli anni.

Dietro al recente passaggio di proprietà si nasconde una scalata del Gruppo Mezzaroma, che tramite diverse società adesso è proprietario dell'immobile e del terreno del Roma Residence. Assisteremo dopo questa operazione finanziaria ad un cambio di gestione? In che direzione?

Giovedì 22 settembre trecento inquilini del Roma Residence, in maggioranza senegalesi, hanno manifestato davanti alla sede del Comune in Campidoglio per dire no allo sgombero del Residence. Il portavoce della protesta, Outhman Nbiaye, ci ha dichiarato in un'intervista, che "tre settimane fa la proprietà aveva comunicato, senza nessun avvertimento preventivo, che entro il 30 Settembre gli inquilini del Residence dovevano lasciare i locali, sotto la minaccia di staccare acqua e corrente elettrica in caso contrario". Lunedì 26 settembre invece davanti al Residence hanno protestato gli assegnatari di alloggi popolari, 124 nuclei familiari in tutto, che chiedono di bloccare ogni sgombero. "Non ci sarà nessuno sgombero - taglia corto il presidente del XVI municipio Fabio Bellini - ma non possiamo mantenere il Residence in una situazione di allarme sociale. La proprietà ha deciso un cambio di destinazione d'uso dell'immobile. Vi saranno realizzati appartamenti ad uso residenziale da affittare e da vendere. Fineuropa ha dato al comune 4 ettari di terreno in Val dei Casali per questo accordo. I nuclei assegnatari di alloggi popolari usufruiranno di una sistemazione alternativa. Per i restanti che già pagano un affitto non resterà che cercare una diversa sistemazione, in questo senso sarà garantito tutto il tempo e il supporto necessario per un buon inserimento". C'è un termine ultimo entro il quale il residence dovrà essere riconsegnato vuoto? "Non c'è nessuna data x - ripete Bellini - I tempi saranno sufficienti per dare a tutti la possibilità di trovare una sistemazione dignitosa. Il municipio è mediatore tra la proprietà, l'ente gestore e gli inquilini. C'è pieno accordo su questo". Nbiaye conferma e ribatte. "Il Roma Residence è un'esperienza da superare, su questo siamo d'accordo. Ma noi inquilini abbiamo dei diritti contrattuali. Paghiamo l'affitto ogni mese, non possiamo essere sbattuti fuori con un ultimatum di tre settimane e minacce. In questi giorni ci incontreremo con l'amministratore e il municipio, le cose sembrano rientrare. Vogliamo il tempo e l'aiuto per trovare una sistemazione alternativa". Nicola Galloro - consigliere delegato all'Emergenza abitativa per il Comune di Roma - ha dichiarato che la città "non è in grado di provvedere a una sistemazione per tutte le famiglie senza abitazione".

Rimangono due punti in sospeso sul Roma Residence, sulla sua storia e sulla sua evoluzione da residence turistico a dormitorio ghetto della marginalità, del disagio e degli stranieri. Guardando al futuro il problema dell'inserimento abitativo dei nuclei familiari (700 secondo Taboada). Guardando al passato l'accertamento delle responsabilità della proprietà e dell'ente gestore per il reiterato mancato rispetto delle norme in materia di sicurezza e di igiene della struttura.


Autore: Gabriele Del Grande
Fonte: Redattore Sociale