Da dicembre padre, madre e 4 figli erano al dormitorio. Grazie al progetto ''Tutti a casa'' di Piazza Grande di Bologna. Tortelli (Piazza Grande): ''Chi entra in una casa si sente responsabilizzato e torna a vivere''
Pochi giorni ancora e la famiglia K avrà una casa. Dal 4 dicembre 2012 padre, madre e 4 bambini sono stati costretti in dormitorio dopo essere stati sfrattati. Ora, con l’avvio del progetto “Tutti a casa” di Piazza Grande, la famiglia entrerà in un appartamento ammobiliato di 130 metri quadrati a partire da aprile. “Per la prima volta avranno una casa tutta loro e non dovranno dormire assieme nella stessa stanza”, racconta Alessandro Tortelli, presidente di Piazza Grande e responsabile del progetto. L’idea dell'associazione è semplice ed è stata messa alla prova da giugno dello scorso anno con una serie di sperimentazioni che hanno coinvolto 13 persone. Chi non ha casa potrà di nuovo acquistare una propria autonomia abitativa, ma l’affitto lo pagherà Piazza Grande, che si prenderà anche carico di tutta la gestione amministrativa e della manutenzione ordinaria. Per questo il canone di locazione resterà in media più basso di quello di mercato. Per l’appartamento della famiglia K Piazza Grande ha firmato un contratto di 450 euro al mese, a cui bisogna però aggiungere qualche migliaio di euro destinati alla ristrutturazione dei locali. “Oggi ci hanno chiamato altri 3 proprietari di case per offrirci il loro appartamento”, racconta Tortelli.
Il progetto “Tutti a casa” è stato finanziato dalla Fondazione del Monte che ha messo a disposizione 20 mila euro. “Siamo molto contenti del finanziamento e della collaborazione tecnica del Comune di Bologna – spiega Tortelli – L’idea è che ‘Tutti a casa’ possa proseguire nel tempo, e le basi per farlo ci sono tutte". Una volta dentro la nuova casa gli inquilini saranno coinvolti in un percorso di sostegno economico e di inserimento lavorativo. A seguirli un’equipe composta da 4 operatori sociali e 4 psicologi. “Il passaggio dal dormitorio all’appartamento è fondamentale – spiega Tortelli –. Chi entra in una casa si sente responsabilizzato e in qualche modo torna a vivere. Nel dormitorio sei costretto a condividere lo spazio con altre persone che non hai scelto, devi rispettare regole rigide che ti tolgono l’autonomia e annullano la personalità. Ridare una casa permette alla persona di tornare se stessa e fare enorme miglioramenti relazionali”. Oltre alla famiglia K il prossimo obiettivo di Piazza Grande sarà quello di dare una sistemazione abitativa stabile a 6 pensionati che in questi giorni sono ospiti dei dormitori comunali. “Il 31 marzo scadrà il Piano freddo e senza un appartamento finiranno in strada”. C’è anche un aspetto economico: gli studi sul tema dicono che la soluzione in appartamento consente un risparmio tra il 60 e l’80% considerando vitto, alloggio, assistenza e costi indiretti spesso invisibili come i ricoveri in ospedale. “In un appartamento le persone stanno meglio, e se la qualità della vita è più alta anche la salute è decisamente migliore”.