È stato voluto dalla Fondazione Premio Napoli e vuole essere una vera e propria carta di intenti per rendere concretamente migliore l'accoglienza delle migliaia di immigrati che negli ultimi anni si sono stabiliti nel territorio.
Un decalogo per accogliere i nuovi napoletani, con l’ambizione di incidere sulle politiche nazionali e locali in materia di immigrazione. Presentato questa mattina al Palazzo Reale di Napoli, il decalogo è stato voluto dalla Fondazione Premio Napoli, che tradizionalmente affianca la promozione della cultura e della lettura a temi di grande rilievo sociale. Il decalogo sull’immigrazione vuole essere una vera e propria carta di intenti per rendere concretamente migliore l’accoglienza delle migliaia di immigrati che negli ultimi anni si sono stabiliti nel territorio napoletano.
Il documento si apre con una dichiarazione di benvenuto a quanti “sono alla ricerca di una nuova patria” e con un rinvio all’articolo 10 della Costituzione italiana sul diritto di asilo, per il quale ancora non esiste l’apposita legge prevista dalla carta costituzionale. Il decalogo chiede, inoltre, espressamente l’estensione agli immigrati del diritto al voto e l’abrogazione dell’attuale norma che priva del diritto di cittadinanza i figli degli immigrati nati in Italia al momento del compimento della maggiore età: “Noi auspichiamo che mostruosità giuridiche di questo genere siano sollecitamente cancellate in modo che chiunque nasce nella nostra città possa legittimamente rivendicare il cosiddetto jus soli, cioè il diritto di cittadinanza”.
“Noi pensiamo che il futuro di Napoli - si legge ancora - stia soprattutto nella sua capacità di governare i grandi cambiamenti in corso: pluralità culturale e intreccio etnico possono costituire una grande fonte di ricchezza sia etica che materiale. A meno di non permettere che sia la criminalità organizzata a dettare, anche soltanto in parte, le regole di questa epocale trasformazione”. Il documento mette in guardia contro il pericolo che la crescita di immigrati privi di riconoscimento e di ogni forma di rappresentanza comporti “la quotidiana mobilitazione della malavita organizzata, sempre alla ricerca di occasioni da sfruttare a proprio vantaggio” e chiede la massima severità contro chi cerchi di “fare uso della disperazione dell’immigrato, ricattandolo in cambio di una qualche forma di sopravvivenza”.
Il decalogo, accanto alle dichiarazioni di intenti e alle sollecitazioni al mondo politico affinché realizzare i principi in esso contenuti, si rivolge anche ai futuri cittadini di Napoli invitandoli ad “attenersi nei fatti ai principi che regolano la nostra convivenza sociale, così come appaiono formulati nella nostra Carta Costituzionale e nei nostri Codici”, senza pretendere che essi rinuncino a tradizioni, cultura e abitudini per uniformarsi allo stile di vita del suo nuovo Paese.
Infine il decalogo propone la creazione di una Consulta permanente, composta da napoletani e da immigrati, che operi come osservatorio sul fenomeno migratorio e, allo stesso tempo, elabori proposte per la costruzione di una rete di collegamenti tra Napoli e i Paesi del Mediterraneo.
Il decalogo, già sottoscritto da un centinaio di persone illustri di Napoli - tra cui scrittori, filosofi, attori, registi, politici, religiosi e i ministri Luigi Nicolais e Alfonso Pecoraro Scanio – sarà letto pubblicamente sabato 16 settembre nella centralissima Piazza Dante, nella serata dedicata ala “Grande Festa dell’amicizia con i nuovi napoletani” organizzata dalla Fondazione Premio Napoli sul tema che già da due anni caratterizza il dibattito culturale promosso in occasione del premio letterario.
Redattore Sociale