Una combattuta fase della "Homeless World Cup" di calcio a Milano nel 2009
“Homeless”, vocabolo inglese che letteralmente indica i “senzatetto” (declinato in italiano e in termini giuridicamente più precisi come “persona senza casa” oppure “senza fissa dimora”), abitualmente definiti come “barboni”, è una situazione nella quale una persona per lungo tempo non ha un luogo di residenza. In teoria, non ci potrebbe essere stato di cose più lontano dall’immaginare questi uomini e queste donne come impegnate in regolari pratiche e attività sportive, ma in verità non c’è pregiudizio o ipotesi più sbagliata.
La “Homeless Italian Cup”, il campionato di “street soccer”, calcio per strada, per persone “senza fissa dimora”, nato nella città di Milano, è giunto alla sua terza edizione ed è approdato anche nelle città di Torino, Sondrio e L'Aquila, con un’appendice a Morbegno, in Valtellina. Il progetto è stato sviluppato da un’associazione di liberi cittadini in seguito all'organizzazione della “Homeless World Cup 2009” proprio nel capoluogo lombardo e ha come obiettivo quello di promuovere l'utilizzo del calcio e dello sport come strumento di recupero sociale, sviluppando programmi finalizzati al miglioramento della vita di individui in difficoltà attraverso reali e regolari manifestazioni e iniziative sportive, esemplificate dallo slogan “Rimettiti in gioco...dai un calcio ai tuoi problemi”.
Ad oggi il progetto è gestito da due ASD, acronimo di Associazioni Sportive Dilettantistiche, la ONLUS Dogma e Milano MyLand, che collaborano con dormitori e associazioni locali per lo sviluppo di un network nazionale che porti un giorno alla disputa di un campionato nazionale di “street soccer” per senza tetto e persone vittime di disagio sociale al fine di promuoverne il reinserimento sociale.
Sinteticamente, gli obiettivi di un simile progetto sono ben delineati nella testa dei promotori: sensibilizzazione sul tema dei “senza fissa dimora” nella popolazione Italiana e sviluppo del volontariato; recupero della salute fisica attraverso il movimento e la pratica sportiva; ripristino della capacità di socializzazione con gli altri e con i membri di una “squadra”; rispetto e riappropriazione di un proprio ruolo e di una forma di responsabilità condivisa; valorizzazione del proprio talento e acquisizione di una nuova misura per il proprio valore; recupero della fiducia nei propri mezzi e nella “comunità” di riferimento; riconquista di un proprio spazio sociale e della normalità dello svago e del tempo libero. Insomma, un campionario di idee che trasuda insieme solidarietà e “mentalità sportiva”.
Le associazioni “no profit” Dogma e Milano MyLand, attraverso il torneo, seleziona e gestisce inoltre la squadra nazionale italiana dei “senza tetto”, che rappresenta i colori azzurri alle annuali edizioni della “Homeless World Cup”, il campionato di “street soccer” per persone “senza fissa dimora” che ha una dimensione iridata ed è nato dall'idea di Mel Young. Le prossime edizioni saranno: Parigi 2011, Mexico 2012, Potsdam 2013.
Alcune società sportive professionistiche si sono interessate al movimento e si sono dimostrate desiderose di "sposare" il progetto della “Homeless Italian Cup”. Al momento, sono state sviluppate partnership con la Cremonese, mentre in passato gli organizzatori si sono avvalsi della collaborazione di Canavese, Milan e Inter, scucendo anche il patrocinio della FIGC in occasione del Mondiale 2009, così come attualmente è in piedi una valutazione del progetto da parte della Lega di Serie B. Altre strutture private sono a fianco dell’operazione, sia a livello locale che nazionale, tra le quali "Kappa Sport", "Circuito 24H", "Laboratorio 51", "Azienda agricola La Fiorida" e altri ancora…
La morale, per usare un frasario forse un po’ decotto, ma sempre efficace, è chiara: la “mentalità sportiva” non soltanto non conosce confini, ma nemmeno vincoli anagrafici o di domicilio.
Progetto Homeless Italian Cup