È il titolo della guida/manuale sull’autostima, un utile strumento per sostenere genitori, insegnanti e operatori nel loro difficile ruolo di educare e crescere i bambini, presentata nei giorni scorsi dall’assessore capitolino alle Politiche di Promozione dell’Infanzia e della Famiglia, Pamela Pantano.
In una società moderna dove spesso i bambini si sentono soli e non compresi dagli adulti, sempre troppo affaccendati, diviene indispensabile e necessario per il futuro dei più piccoli l’ascolto e la prevenzione di comportamenti a rischio, che possono portare al bullismo o ad altre forme patologiche come l’anoressia o la bulimia.
“Un nuova cultura dell’infanzia - dichiara Pantano - nasce proprio dall’imparare ad ascoltare la “voce” dei bambini: una voce che per arrivare ad ottenere l’attenzione dei grandi spesso assume toni e modalità che possono apparire strani, non ortodossi o esagerati. Occorre imparare a leggere quei comportamenti “estremi” dei bambini, per capire quale messaggio si celi dietro ad essi. La guida quindi è uno strumento in più per far luce sul pianeta bimbo, per aiutarci a capirli meglio e magari scoprire che dietro ad un bambino svogliato o iperattivo si nasconde una persona che fa fatica ad adeguarsi al modello di bambino “perfetto” che altri hanno creato per lui”.
La guida nasce dal progetto “L’isola che c’è” realizzato da “La Maieutica, ricerca e formazione”, che ha coinvolto 2058 ragazzi di 15 scuole elementari, rappresentative dei diversi municipi, e si tratta del primo programma d’intervento scolastico, mai realizzato in Italia, per bambini con problemi di autostima e con scarsa fiducia in se stessi.
Il progetto ha individuato, attraverso un questionario specialistico, i bambini che presentavano questo tipo di problematiche, i quali sono stati poi inseriti in laboratori ludico-pedagogici (club) dove hanno potuto partecipare per 10 settimane ad attività di gioco, teatro e manipolazione, condotte da operatori pedagogici e psicologi, finalizzate al recupero dell’autostima. Dopo queste attività è stato fatto un re-test che ha dimostrato l’efficacia del progetto, infatti c’è stato un aumento complessivo dell’autostima dell’8%.
Dal lavoro con i ragazzi sono emersi interessanti risultati soprattutto quando si è parlato delle paure e incertezze che provano quotidianamente a casa, a scuola e mentre guardano la televisione. Ad esempio si è evidenziato come il 60% dei bambini del campione afferma di guardare la televisione da solo ed il 30% dichiara di scegliere volutamente i programmi seganti con il pallino rosso (adatti solo ad un pubblico adulto), il segnale di divieto invece di essere un deterrente diventa quindi una attrattiva.
Risultati rilevanti anche sul bullismo. Il fenomeno infatti, in aumento tra i bambini già in età di scuola primaria, si è visto essere altamente correlato con l’autostima. I bambini con una bassa autostima sono quelli che con più facilità possono essere vittime di atti di bullismo e questo a loro volta li porta ad abbassare ancora di più la propria autostima.
L’esperienza del “L’isola che c’è” ha prodotto un’infinità di preziose osservazioni sul campo che grazie a questa guida sono oggi a disposizione di psicologi ed operatori, ma soprattutto di insegnanti e dirigenti scolastici. In questa pubblicazione oltre alla presentazione del progetto, illustrata da numerosi grafici e commenti, viene descritto un piano di attività pedagogiche, da quelle musicali a quelle teatrali, e viene tratteggiata analiticamente la personalità del bambino con deficit di autostima con relativi modelli d’intervento: il bambino invisibile, il bambino iperattivo, il bambino che sfugge alle relazioni e il bambino adultizzato. E poi ancora i consigli pratici per genitori ed insegnanti mirati sia al riconoscimento precoce di tali problematiche, sia all’individuazione delle condizioni di rischio, sia ancora alle possibili strategie di sostegno. Infine un prezioso glossario con “Le 30 parole dell’autostima”.