Riccardo De Facci, responsabile dipendenze del Coordinamento nazionale comunità di accoglienza prende posizione contro l'intervento dei Nas nelle scuole e chiede al governo impegni concreti, anziché messaggi allarmistici.
Il Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (Cnca) prende posizione in merito alle dichiarazioni rilasciate ieri dal ministro della Salute Livia Turco, secondo cui sarebbe necessario prevedere estesi controlli dei Nas nelle scuole italiane.
“Da anni chiediamo alla politica un'attenzione diversa sulla diffusione delle sostanze e sui contesti in cui vengono consumate - afferma Riccardo De Facci, responsabile Dipendenze del Cnca -. Il dibattito che si è aperto sugli eventi di queste ultime settimane - dagli episodi dell'autista del pullman che aveva assunto alcol e cannabis a quelli avvenuti in alcune scuole italiane, il cui significato non appare, al momento, del tutto chiaro - rischia di schiacciare fenomeni complessi e articolati su messaggi semplificanti e sensazionalistici, che non permettono di capire cosa sta accadendo sia nelle scuole sia tra i giovani”. “Non abbiamo trovato nelle prese di posizione politiche e negli articoli che si sono rincorsi in queste settimane - continua De Facci - né il tentativo di comprendere il senso di eventi drammatici e di consumi diffusi, né impegni precisi per investimenti certi e urgenti sulle domande educative che tali fatti pongono in maniera forte e ineludibile. Abbiamo trovato, quasi sempre, la via breve del controllo, della repressione, delle soluzioni più facili ma anche più inefficaci”.
Ad avviso della Federazione, occorre muoversi in una direzione del tutto diversa da quella contenuta nelle stesse parole del ministro: “Il Cnca” - spiega De Facci - chiede alla politica, alla scuola, alle famiglie, al terzo settore di contribuire a definire, in tempi brevissimi, un piano nazionale di prevenzione e salute che coinvolga adolescenti e giovani nelle scuole e nei luoghi informali e del divertimento. Il governo prenda posizione subito in favore di questa proposta, disponendo i necessari stanziamenti di spesa. I soldi ci sono. E dinanzi agli ingenti guadagni che le mafie ottengono dal business degli stupefacenti, allo Stato chiediamo non messaggi allarmistici, ma assunzioni di responsabilità che si traducono in impegni rilevanti e concreti”.
Redattore Sociale