Stranieri al voto per le primarie dell'Unione se regolari e residenti da almeno tre anni in Italia. Per loro saranno creati elenchi speciali.
E ora è certa anche la modalità. Dopo che le forze politiche, con il contributo della Cgil, hanno passato tutta l’estate per decidere come i cittadini immigrati (regolari e residenti da almeno tre anni in Italia) andranno alle urne il 16 ottobre, ora è anche chiaro che cosa servirà loro per esprimere la propria preferenza. Basterà registrarsi, con una semplice firma, in appositi elenchi entro il 7 ottobre. Elenchi speciali creati nelle sedi dei partiti dell’Unione, nei Comitati territoriali istituiti in ogni città e negli Uffici stranieri di Cgil, dove i cittadini immigrati dovranno presentarsi con un documento d’identità convalidato da un rappresentante delle istituzioni. Poi, dalle 7 alle 22 di domenica 16 ottobre, potranno recarsi nei seggi di tutta Italia allestiti per l’occasione. Per i cittadini comunitari, invece, anche quelli appartenenti agli ultimi Stati entrati a far parte della Ue, sono in vigore regole più semplici: non serve che risiedano in Italia da così tanto tempo.
Un’apertura, quella del diritto di voto agli stranieri per le primarie dell’Unione, proposta dal Verde Pecoraro Scanio e poi sposata da tutti i candidati del centrosinistra. Anche se si tratta di un voto puramente simbolico, “rappresenta comunque una novità e una grande opportunità per tutti gli immigrati che vivono e lavorano in Italia – spiega Roberto Morgantini, del Centro lavoratori stranieri Cgil di Bologna -. Potranno decidere chi affosserà la legge Bossi-Fini. Per loro, scegliere il candidato che sfiderà Berlusconi è un modo per sentirsi parte della comunità che li ha accolti, per non essere invisibili e per non sentirsi solamente sfruttati. Per un italiano, se cambia una legge, poco importa. Per un cittadino straniero, invece, è un fatto determinante, che può condizionare tutta la propria vita: può significare trovarsi, da un giorno all’altro, non in regola con il permesso di soggiorno oppure espulso”.
A Bologna, per informare i cittadini immigrati circa la possibilità di partecipare per la prima volta in Italia a un voto di tale portata, la Cgil ha distribuito volantini nelle fabbriche, fatto incontri con le varie comunità straniere presenti sul territorio, spiegato le regole nella moschea. Ma Morgantini lamenta il poco impegno a livello nazionale e nelle altre regioni, sia dei partiti dell’Unione sia del suo sindacato, “nel portare a conoscenza dei cittadini migranti questa grande opportunità di andare alle urne” per scegliere il candidato del centrosinistra che meglio porterà avanti le politiche in materia di immigrazione.