Straniere incinte, la prima visita al settimo mese


Pubblicato il 24.10.2008 in News Sociale

Assistenza sanitaria inadeguata per le immigrate. E poi promiscuità, povertà, e precarietà abitativa fanno esplodere patologie latenti nei bambini. I temi del convegno di domani "Nascere da immigrati a Milano".
 
Poca informazione, scarsa fiducia rispetto alle offerte dei servizi sanitari, approcci culturali diversi rispetto al tema della gravidanza. Questi alcuni motivi per cui le neo-mamme straniere non possono contare su un'assistenza sanitaria adeguata. ”Molte donne immigrate vanno per la prima volta dal medico quando la gravidanza è già al settimo o all'ottavo mese”, commenta Mariella Pappalardo della Fondazione Ambrosiana per la vita che, per approfondire alcune tematiche legate al tema della nascita e della gravidanza, ha organizzato il convegno "Nascere da immigrati a Milano: stranieri per status, cittadini di fatto”, in programma domani alle 9 in via Sant'Antonio 5. “Le persone immigrate arrivate da poco in Italia o i clandestini non riescono ad accedere alle risorse dei servizi sanitari -spiega Cristina Marcellino, del centro di ascolto delle donne immigrate dell'ospedale San Carlo Borromeo-. Non hanno informazioni e non sanno a chi chiedere, pensano di dover pagare le prestazioni. Se sono irregolari hanno paura di essere scoperti”. 

Oltre che della salute delle mamme, si parlerà anche dei loro bambini. “Promiscuità, povertà, precarietà abitativa sono alcuni dei fattori che fanno esplodere patologie latenti, come la Tbc, che contagiano i piccoli -spiega Cristina Marcellino-. Ma anche il disagio, la paura, la precarietà e lo stress che deriva da queste condizioni sono fattori che possono contribuire all'attivazione di una patologia latente”. Una delle patologie che, pur in piccole percentuali, viene segnalata è il ritorno del rachitismo tra i bambini provenienti dall'Africa e che sono arrivati in Italia dopo il primo anno di vita. “Sono bimbi sani, nel loro paese ma, una volta in Italia, c'è il rischio che l'esposizione solare non sa sufficiente ad attivare la vitamina D, fondamentale per fissare il calcio alle ossa”, spiega Cristina Marcellino.

Temi che saranno sempre più al centro del dibattito. “Nel 2007 il 13% dei bambini nati a Milano erano stranieri -commenta il demografo Giancarlo Blangiardo della fondazione Ismu- ed è destinato a crescere ancora nei prossimi anni”. In termini numerici erano 3.075 i neonati stranieri censiti a Milano città (al 1° gennaio 2007),  6.374 in Provincia e 17.362 in Lombardia.

“Il tasso di fecondità è di 1,8 figli per le donne straniere che vivono a Milano. Mentre fra le 'milanesi' è 1,1 -aggiunge Giancarlo Blangiardo-. Ma anche la fecondità delle donne immigrate risente del condizionamento metropolitano: a Mantova, ad esempio, il tasso di fecondità delle mamme straniere è 2,7”. Molto più alto di quello di Milano, segno che la città ridimensiona i progetti di natalità.

Redattore Sociale


Autore: Ilaria Sesana