Ma i torinesi a rischio di “caduta” sono seimila
Duemila frequentano i dormitori e le mense dei poveri, perché una casa non ce l’hanno più. Per moltissimi se n’è andata con il lavoro e spesso con la separazione dalla moglie e dalla famiglia. Ma non solo. Le storie dei senza dimora, che stanno aumentando a vista d’occhio in tutte le città italiane, Torino compresa, sono lo spaccato umano del Paese che fa i conti amari con la crisi e con la disoccupazione, vedendo crescere i disagi sociali.
Lo studio. Una ricerca su scala nazionale (la prima del genere in Europa), promossa dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali insieme a Caritas e Istat, e realizzata da Fio.Psd (Federazione italiana Organismi per le persone senza dimora), presentata ieri presso la sede del servizio comunale Adulti in difficoltà di via Bruino, ha fatto luce sul mondo delle nuove povertà ed in particolare sui senza dimora. Se in Italia si stimano 47.648 persone (di cui il 40% al Nord) in stato di povertà e senza tetto, nella nostra città se ne contano circa 2000. Torino è la quarta d’Italia per numeri, dopo Milano (dove sono 13 mila), Roma, Palermo, e davanti a Firenze.
Non più barboni. Gli homeless di oggi (non più «barboni», perché non hanno ormai niente a che fare con le storie di chi rifiuta il mondo e lo rifugge) sono metà italiani e metà stranieri. Hanno in media 40 anni. Hanno studiato - più gli stranieri dei nostri connazionali - e possiedono attestati di scuola media e superiore. Sempre più preoccupante è, d’altra parte, la situazione delle famiglie che finiscono sulla strada, per affitti impossibili da pagare e ingiunzioni di sfratto: l’anno scorso sono aumentate del 15 per cento, con 3.200 intimazioni da parte del Tribunale.
Gli sfrattati. «Per fortuna non tutti gli sfratti vanno poi in porto – precisa l’assessore alle Politiche Sociali, Elide Tisi –. La Città risponde lavorando su proposte diversificate, con l’assistenza economica, i percorsi di reintegro lavorativo, una rete del privato sociale che interviene sui singoli casi». Dai dati del Comune emergono 120 nuclei familiari senza casa e senza reddito, che nell’ultimo anno sono stati collocati temporaneamente in strutture alberghiere, perché non era possibile assisterli in altro modo.
Alloggi di fortuna. I numeri dei senza tetto si moltiplicano, poi, se si includono le persone che vivono in condizione di sovraffollamento, ricevono ospitalità da parenti e amici, che abitano in alloggi di fortuna. «Riteniamo possano essere seimila a Torino le persone a rischio di scivolare nella bassissima soglia, cioè in strada», spiega Marco Iazzolino, segretario generale Fiop.Psd. Nella trasformazione della società dovuta alla crisi, si allarga la platea dei nuovi poveri. «Ci sono rifugiati, immigrati, ex carcerati con problemi di varia natura, ma anche moltissimo crescono le richieste di coloro che fino a poco tempo fa conducevano una vita normale, per cui stiamo calibrando servizi ad hoc», aggiunge Tisi. Che snocciola le cifre dell’ospitalità notturna nei dormitori: «In questo momento abbiamo 500 posti letto, di cui 170 alla Pellerina. Sappiamo che non sono tutti occupati, perciò chiediamo a chi vede gente dormire in strada di segnalarci i casi, in modo da potere offrire loro un letto al caldo».