La denuncia del ministro all'incontro con enti locali e associazioni per discutere le scelte del Dpef. ''La nostra spesa è un punto e mezzo sotto la media europea''. Chiesti fondi per 20 mila sfrattati e 100 milioni in più per il Servizio Civile.
ROMA – Conto alla rovescia per la definizione del Dpef, il Documento di programmazione economica e finanziaria che sarà la base della politica economica del prossimo anno. Ed è il ministro della Solidarietà Sociale, Paolo Ferrero, a lanciare l’allarme sul buco delle politiche sociali in Italia. “Siamo agli ultimi posti in Europa, siamo cioè (in percentuale rispetto al Pil) un punto e mezzo sotto la media europea – ha spiegato oggi il ministro a margine di un incontro a Roma con gli amministratori locali e i rappresentanti delle associazioni – le politiche sociali vengono viste come residuali, quando invece dovrebbero occupare un posto centrale nelle politiche di sviluppo. In questo senso siamo fuori dall’Europa”. Il ministro ha spiegato infatti che deve essere radicalmente rivista la vecchia impostazione che inquadrava le politiche di assistenza sociale in un’area marginale delle politiche generali. Con l’avvento della società dell’incertezza – ha detto Ferrero – le politiche sociali assumono un ruolo centrale.
Il ministro Ferrero ha detto che nel governo non c’è ancora accordo sul cosiddetto “tesoretto”, ovvero sull’extragettito che si è prodotto nella gestione dei conti pubblici e delle entrate fiscali e di cui ora si dovrà decidere la destinazione. “Secondo il nostro punto di vista – ha detto Ferrero – non ci dovrebbero essere esitazioni. Basta sentire ciò che lamentano tutti gli amministratori locali a prescindere dalla loro collocazione. Servono più soldi per la spesa sociale”. E servono soldi per affrontare molte delle emergenze sul tappeto: la casa, gli anziani, la non autosufficienza, le misure di contrasto alla povertà, l’infanzia. Il ministro della Solidarietà Sociale ha spiegato anche il senso dell’incontro a cui sono state invitati sia le amministrazioni locali che hanno a che fare con i problemi dell’esclusione sociale, sia le tante associazioni impegnate nel settore. Ferrero ha spiegato cioè che si tratta di creare un “fronte” per far sentire la voce di tutti coloro che credono nella necessità di rilanciare le politiche sociali in Italia. Ferrero ci ha tenuto anche a precisare che nella riunione di oggi non si dovrà parlare dell’ormai famoso tesoretto, ma delle scelte e delle priorità del Dpef. Giù dai primi interventi nel dibattito di questa mattina (vedi lancio successivo) è risultato dunque evidente il ritardo dello Stato italiano e dell’amministrazione pubblica in generale nell’affrontare i problemi più urgenti. Anche per quelli che sono venuti a parlare davanti al ministro si tratta infatti di affrontare e risolvere le questioni relative alla definizione dei livelli essenziali di assistenza (a partire dalla non autosufficienza), il problema dell’emergenza casa, quello della precarietà del lavoro e infine mettere in atto i pressupposti per avviare una vera politica di contrasto alla povertà.
Il ministro Ferrero ha poi informato i giornalisti presenti all’incontro di aver spedito al presidente del consiglio, Romano Prodi, una nota sul Dpef. “Nel Dpef – ha detto il ministro - ci dovranno essere i fondi per 20 mila sfrattati e altri 100 milioni per il Servizio Civile altrimenti non si riusciranno a far partire tutti i progetti per il 2007”. Il ministro ha voluto anche precisare che oggetto della nota non è il “tesoretto”, ma la politica finanziaria del prossimo anno. “Non stiamo parlando del tesoretto – ha spiegato il ministro durante una conferenza stampa – ma delle risorse che saranno destinate alla politica economica del prossimo anno. Ferrero ha spiegato che i soldi per risolvere il problema degli sfratti devono esser trovati subito perché i provvedimenti scatteranno fra ottobre e Natale, ovvero prima dell’approvazione della legge finanziaria. Urgenti anche le misure a favore del Servizio Civile. Sul “tesoretto” il ministro della Solidarietà Sociale ammette che nella maggioranza è scontro. C’è tempo fino al 28 giugno per trovare un accordo. Che cosa ci possiamo aspettare? Che il ministro Ferrero non firmi neppure quest’anno il Dpef? “Non si tratta di fare previsioni - ha risposto il ministro – c’è ancora tempo per trovare un accordo. Io dico solo che le mie proposte di politica economica non coincidono con le linee esposte dal ministro dell’economia Padoa Schioppa che punta tutto sul rientro del debito. Noi proponiamo invece un altro percorso più equilibrato che rilanci la spesa sociale”.
Redattore Sociale