Solidarietà: «Fragilità sociale, per Roma è la prima emergenza»


Pubblicato il 25.06.2013 in News Sociale

 

La visita del sindaco Marino alla mensa Caritas di Colle Oppio: l’impegno per la ristrutturazione del centro di via Marsala. Il primo cittadino indossa il grembiule, serve l’acqua a un tavolo e parla con i commensali

 

La signora Maria, 76 anni, vive da sola in un piccolo appartamento nei pressi di piazza Vittorio. Ha una pensione "sociale" di poco inferiore ai 500 euro e, dalla scomparsa di sua sorella che viveva con lei, arrivare alla fine del mese per lei è di enorme difficoltà, per questo si reca alla mensa della Caritas a Colle Oppio. Accanto a lei c'è Vilma, ucraina, di anni ne ha quasi sessanta, da sei è in Italia dove ha sempre lavorato come badante, e per la prima volta si ritrova disoccupata.

Sono due delle ospiti della Caritas che sabato scorso, 22 giugno, hanno incontrato il neo sindaco di Roma, Ignazio Marino, nella mensa "Giovanni Paolo II".

Accompagnato dal direttore della Caritas romana, monsignor Enrico Feroci, il primo cittadino ha voluto iniziare il suo mandato conoscendo personalmente quella vasta area di disagio presente nella Capitale che la Chiesa di Roma, attraverso i servizi della Caritas diocesana e i numerosi centri di ascolto delle parrocchie, riesce ad intercettare ed aiutare. «La visita alla Caritas - ha dichiarato Marino - è in continuità con la discussione molto proficua che ho avuto con i presidenti dei 15 Municipi di Roma. Tutti hanno indicato, e si conferma con le parole degli ospiti della mensa, come la prima emergenza della città sia proprio quella della fragilità sociale a partire dalla mancanza del lavoro che poi genera la povertà di non avere la casa o il cibo».

Una visita che, per il direttore della Caritas, «svolta all'inizio del mandato, dimostra la sensibilità del sindaco per le persone e soprattutto per quanti sono in difficoltà: gli ultimi di questa città». Giunto a mezzogiorno, ora "di punta" della mensa, e indossato un grembiule di lavoro, il sindaco di Roma ha servito dell'acqua ad un tavolo dove si è fermato a lungo a parlare con i commensali: due romani disoccupati, un giovane del Mali a cui non è stata riconosciuta la protezione internazionale e aspetta l'esito del ricorso, un'anziana che vive nel centro comunale di Via Assisi ed è in attesa, da quasi due anni, di una sistemazione presso una casa di riposo per anziani.

La mensa di Colle Oppio è la più grande struttura di accoglienza per senza dimora di Roma, aperta nel 1983 e convenzionata con il Comune di Roma, in questi tempo ha ospitato migliaia di disagiati italiani e stranieri, distribuendo oltre sei milioni di pasti. Ogni giorno vengono distribuiti tra i 400 e i 600 pasti, solo nel 2012 ne sono stati erogati oltre 174 mila. Sin dal suo nascere, la mensa ha avuto nel volontariato un punto di riferimento fondamentale. Ogni giorno vi operano in media 30 volontari, i quali si rendono disponibili ad ogni tipo di mansione.

Proprio salutando questi, il sindaco si è rivolto loro dicendo «bravissimi» e facendosi fotografare anche lui con il grembiule di servizio. Al termine della visita, dopo oltre un'ora, incontrando i giornalisti insieme a monsignor Feroci, il primo cittadino ha assicurato «un segnale immediato» dicendo che entro una settimana, subito dopo l'insediamento della nuova giunta, «sarà mio impegno dare le autorizzazioni per i lavori di ristrutturazione del centro Caritas di via Marsala (ostello e mensa, ndr) che attende da dicembre di poter essere completato». Marino ha poi ricordato che «la Caritas ha il denaro disponibile per la riqualificazione del centro e questo potrebbe dare ospitalità abitativa a quasi 200 persone. Credo che questo sia un atto dovuto e con gli uffici del dipartimento di urbanistica farò in modo che entro la settimana questo permesso possa essere dato in modo che loro possano avviare i lavori».

Le promesse del Sindaco non finiscono qui perché, riferendosi alle strutture affidate provvisoriamente alla Caritas a Ponte Casilino, per accogliere chi viveva all'ostello, Marino ha detto di valutare «la possibilità di prolungare insieme ai vertici dell'Ama il comodato d'uso per un centro che attualmente ospita circa 180 persone e che, se reso stabile, andrebbe a raddoppiare la capacità di ospitalità per i senza dimora di Roma». Da parte sua, monsignor Enrico Feroci ha ringraziato il sindaco per la visita ricordando che «né l'amministrazione pubblica né il privato sociale possono camminare da soli, per questo occorre sussidiarietà e integrazione».


Autore: Alberto Colaiacomo
Fonte: Roma Sette