Soli, giovani, senza lavoro né casa: ecco i nuovi poveri della Capitale


Pubblicato il 17.10.2011 in News Sociale

Per un pasto caldo o anche solo un posto letto provvisorio. È un sostegno primario quello che i cittadini della Capitale chiedono, con sempre maggiore frequenza, ai servizi sociali. L’affanno economico in cui versa Roma lascia col fiato corto nuove fasce di popolazione fino a qualche anno fa sconosciute agli sportelli di aiuto: interi nuclei familiari, persone separate e, in ogni caso, sempre più giovani. Una povertà trasversale che si sgancia progressivamente dall’emarginazione estrema tradizionale, per coinvolgere categorie a rischio, che gli operatori di settore hanno ribattezzato di «anzianità precoce».   

Questo raccontano i dati della Sala operativa sociale del Comune e dall’Help Center della Stazione Termini, alla vigilia della «Notte dei senza dimora», organizzata per oggi a Roma e in molte altre città d’Italia, in occasione della giornata mondiale Onu della lotta alla povertà. Una povertà che avanza come racconterà oggi il tradizionale rapporto Caritas - Zancan: in tutta Italia 8,3 milioni, pari al 13,8 per cento della popolazione. Anche per questo stasera nella Capitale cittadini, operatori sociali e homeless dormiranno in strada per dire no all’ingiustizia sociale. L’occasione farà da sfondo al lancio da parte del Comune del progetto Youssam: un’unità mobile in grado di intervenire in favore delle persone in condizioni di vulnerabilità socio-sanitaria. 

Chi non ce la fa ad arrivare a fine mese sono soprattutto donne sole con figli a carico, ma anche uomini divorziati gravati dalle spese di mantenimento di ex moglie e prole. Il segnale del disagio lo ha lanciato proprio la Sala operativa sociale, che offre assistenza 24 ore su 24 a chi è in difficoltà (n° verde 800440022): sono milleduecento i soggetti assistiti nell’ultimo anno, con un incremento di 150 persone in più. «Il 60% di questi sono mamme in difficoltà – ha precisato la responsabile della Sala operativa, Angela Di Prinzio- hanno visto un aumento nel 2010 di circa il 10%. Un dato che, drammaticamente, non ci sorprende considerando l’aumento vertiginoso dei casi di maltrattamenti e violenza domestica perpetrati sulle donne».

Ma a bussare alla porta dei servizi di sostegno ci sono anche interi nuclei familiari la cui economia è stata rosicchiata dalla crisi, dalla perdita del lavoro o da uno sfratto: non a caso, segnala la Di Prinzio, «un aumento delle richieste si è registrato, per questa fascia di cittadini, anche per i pacchi viveri». Dolente anche il volto minorile dell’indigenza: tanti i bambini non accompagnati. Quelli a cui il Comune ha dato accoglienza dal 22 agosto sono stati circa 500, per la maggior parte provenienti dall’Africa.

A fare eco le cifre dell’Help Center della Stazione Termini: «Drastico abbassamento dell’età di coloro che cercano un appoggio -ha spiegato ha spiegato Fabrizio Schedid, responsabile dello sportello - unito al fatto che il disagio ha sempre più un volto italiano». Se nel 2010 infatti gli utenti stranieri rappresentavano l’84% del totale, negli ultimi mesi il dato percentuale è sceso al 70%. La perdita del lavoro o della casa, magari per divorzio, sono le cause principali dello scivolamento nel gorgo dell’indigenza delle fasce medie, che spesso finiscono sulla strada: «L’80% di coloro che si rivolgono a noi fino a tre anni fa avevano un impiego, oggi, in molti, sono senza sussistenza. Aumentano fra gli utenti i maschi quarantenni, persone – continua Schedid – troppo grandi per rientrare nel mondo del lavoro e troppo giovani per andare in pensione».


Autore: Paola Simonetti
Fonte: Il Messaggero