Si è conclusa ieri in Vaticano, presso la Santa Sede, la marcia Ginevra - Roma


Pubblicato il 21.07.2005 in News Sociale

Da Ginevra a Roma per rivendicare i diritti umani degli eritrei. Si è concluso presso la Santa Sede il lungo viaggio di due fratelli africani. Raccolta firme per l'istituzione di una commissione di ispezione nelle carceri eritree.

Si è conclusa ieri (arrivo ore 11) in Vaticano, presso la Santa Sede, la marcia Ginevra - Roma, inziata lo scorso 15 giugno da parte di due cittadini eritrei. Scopo della marcia di 1.200 km è stato quello di richiamare l’attenzione internazionale sulla violazione dei diritti umani in Eritrea. Durante la marcia è stata effettuata una raccolta di firme per l'istituzione di una Commissione di ispezione nelle carceri eritree affinché vi vengano rispettati i Diritti universali dell’uomo. La petizione verrà consegnata al Santo Padre, alle rappresentanze delle Nazioni Unite, del Parlamento Europeo e dell’Unione Africana.
La marcia è stata guidata da Samuel e Tekle Ghebreghiorghis, due fratelli eritrei di 45 e 48 anni residenti in Germania, cittadini tedeschi dalla doppia nazionalità che a titolo di puro volontariato collaborano con varie associazioni italiane e svizzere impegnate nella tutela dei diritti umani. La maratona è durata 35 giorni con tappe giornaliere di 50 Km. Dopo l'arrivo in Vaticano, i due cittadini tedesco-eritrei, accompagnati dal senatore Francesco Martone, sono stati ricevuti dal vicepresidente del Senato Cesare Salvi, al quale hanno espresso le loro richieste.
I due fratelli hanno dichiarato al termine della marcia: "La petizione continuerà finchè saremo ricevuti dal Papa. Già l'anno scorso avevano fatto la marcia Francoforte-Bruxelles per consegnare una lettera a Prodi. Chilometri raddoppiati. La marcia è stata dura, abbiamo i piedi distrutti. Ma, se non otterremo risultati concreti rispetto alla nostra petizione sui diritti umani siamo pronti a anche a marciare da New York a Washington per incontrare Kofi Annan". 
Nella loro impresa sono stati appoggiati da Amnesty International, che ha pubblicato nel 2004 un rapporto sulla situazione dei diritti umani in Eritrea, dal quale emerge un quadro di torture, detenzioni arbitrarie e sparizioni di presunti oppositori politici sempre più diffuse. Inoltre ha denunciato l'aumento di persecuzioni per motivi religiosi e torture o maltrattamenti a ragazzi e ragazze che hanno cercato di evitare o eludere il servizio nazionale di leva obbligatoria, esteso anche alle donne.

 

Redattore Sociale