Il 12 giugno si celebra la Giornata mondiale. L'organizzazione rivolge la sua attenzione al settore, dove si svolgono attività pericolose ''che hanno conseguenze gravi sullo sviluppo fisico e psicologico dei minori''.
In occasione del 12 giugno, giornata mondiale contro lo sfruttamento minorile, l'attenzione di Mani tese è rivolta ai progetti di cooperazione nei contesti rurali. I dati sono dell"Organizzazione Internazionale del Lavoro: più di 100 milioni di bambini di età compresa tra i 5 e i 14 anni sono attivi nel settore agricolo.
"Molto spesso - afferma l’organizzazione - lavorare nei campi in tenera età significa lavorare in attività pericolose che avranno conseguenze gravi sullo sviluppo fisico e psicologico; significa venire a contatto con sostanze chimiche nocive per la pelle e per l’apparato respiratorio; significa rischiare incidenti e non avere la possibilità di studiare e giocare”. La società civile del Sud del mondo con cui Mani Tese opera è impegnata attivamente per eliminare le cause che portano allo sfruttamento del lavoro minorile. “Lo fa attraverso progetti di sviluppo locale che migliorano le condizioni dell’intera comunità e a sostenere l’avvio di attività generatrici di reddito per famiglie oggi costrette a veder lavorare i propri figli. Come accade in Benin – ricorda Mani tese - dove i poveri non hanno accesso al credito per acquistare gli attrezzi agricoli, o in Brasile, dove il modello dominante del latifondo sfrutta il lavoro dei braccianti senza distinzioni di età”.
In più di quaranta anni di attività nei Paesi del Sud del mondo, Mani Tese ha affrontato molte situazioni di grave sfruttamento dall’infanzia. “Dalle monocolture per la produzione intensiva di frutta da esportazione in America Centrale ai campi di cotone africani, i nostri partner nei progetti di cooperazione sottolineano come le difficili condizioni di vita di questi bambini siano strettamente legate a un contesto sociale e familiare che non riesce a far fronte alle necessità quotidiane”.
In occasione della giornata del 12 giugno, dunque, l’organizzazione ribadisce “la necessità di un serio e concreto impegno su più fronti: il rispetto degli impegni presi dai Governi in termini di cooperazione internazionale e di protezione dei diritti, l’investimento in politiche sociali a partire dall’istruzione e la definizione di regole internazionali per il comportamento delle imprese. Infatti, anche nello sfruttamento del lavoro nel settore agricolo si ritrovano i meccanismi della riduzione dei costi per la manodopera che caratterizzano la produzione e il commercio su scala internazionale”.
Redattore Sociale