Senzatetto, sono 25 le persone coinvolte in “Piazza Verdi Lavoro”


Pubblicato il 31.05.2012 in News Sociale

 

 

Roberto, Mariano, Salvatore e Rino ogni giorno tengono pulita piazza Verdi a Bologna. Ciavatti (comitato Piazza Verdi): “Ciò che manca è uno sbocco lavorativo”

 

 

Roberto ha 42 anni ed è originario di Genova. Ha passato 20 anni per strada. A chi gli chiede del suo passato risponde che “era un punkabbestia”. Mariano è di Napoli, ma da 17 anni è a Bologna. È un ex detenuto e racconta che, quando cercava lavoro, la risposta era sempre la stessa, “le faremo sapere”. Ma nessuno gli ha mai fatto sapere, perché per chi esce dal carcere è difficile riuscire a reinserirsi. Anche Salvatore è di Napoli ma è a Bologna dal 1992. Faceva il calzolaio, ma “da quando ci sono le macchine, chi le fa più le scarpe a mano?”. Rino è di Bologna, una vita passata per strada. Roberto, Salvatore, Mariano e Rino si conoscono da tempo. Da qualche anno, però, sono diventati amici. Sono i lavoratori di “Piazza Verdi Lavoro”, il progetto di lavori socialmente utili in zona universitaria per ex detenuti, senzatetto o ex tossicodipendenti, promosso dal Comitato Piazza Verdi con il sostegno del Quartiere San Vitale e il contributo della Fondazione Del Monte. “Grazie a questo progetto lavoro da 5 anni e adesso riesco a pagarmi una stanza in affitto – racconta Roberto – Di gente in questi anni ne ho vista passare tanta, molti non ne avevano voglia, ma per fare questo lavoro serve la volontà”. Dal 2008 a oggi, sono 25 le persone che hanno partecipato a “Piazza Verdi Lavoro”. Oggi sono in 4 a svolgere lavori socialmente utili in zona universitaria. “Il progetto è importante – dice Otello Ciavatti – Il problema è che non ci sono sbocchi lavorativi”.

Pulizia della piazza e ripulitura dei muri dai graffiti. Sono alcuni dei lavori che “Piazza Verdi Lavoro” offre a chi vi prende parte. Si tratta di un impegno annuale per 2 ore al giorno (dalle 18.30 alle 20.30 e dalle 20.30 alle 22.30) che, grazie al contributo di 15 mila euro della Fondazione Del Monte (per 2.000 ore di lavoro) permette a queste persone di guadagnare 250 euro al mese. “Non sono molte 2 ore al giorno, ma almeno stiamo lontano dai guai” – racconta Mariano. Con 250 euro al mese, Roberto è riuscito a togliersi dalla strada e a prendere la residenza a Bologna, prima impossibile per la difficoltà di fare i documenti necessari. “Ho anche ripreso i contatti con mio figlio che ha 15 anni e sta a Genova con la madre – dice – prima non avevo niente e, anche per orgoglio, era molto difficile per me cercare di riallacciare i rapporti”. Salvatore, invece, sta in un dormitorio. E Rino, dopo tanti anni per strada, adesso sta dormendo in una roulotte. “Sono solo 2 ore al giorno di lavoro, è vero – dice – Ma almeno passiamo due ore in modo diverso”. Accanto al lavoro di pulizia della zona universitaria ci sono altre iniziative che coinvolgono i lavoratori di “Piazza Verdi Lavoro”: la tinteggiatura dei muri (per il quale i lavoratori hanno frequentato un corso di formazione dell’Istituto edile) e un servizio di informazione sui luoghi di ricovero del Piano Freddo del Comune. E in questi giorni sono tutti impegnati nell’organizzare il concerto del 23 giugno in Montagnola per senzatetto e immigrati dedicato alle vittime del terremoto. “Sarà un concerto di musica classica – spiega Ciavatti – perché per queste persone spesso è difficile accedere ai luoghi in cui si può ascoltare questa musica”. 

Un progetto di frontiera. Secondo Milena Naldi, presidente del Quartiere San Vitale, “si tratta di un progetto molto importante perché è conoscenza, opportunità e riconnessione di persone che, con il loro lavoro, contribuiscono a far sì che quel luogo pubblico, piazza Verdi, sia di tutti”. E i lavoratori sono, continua Naldi, “uno degli elementi di riequilibrio di quel luogo”. Gli effetti positivi ci sono tanto che, racconta Roberto, “vedendoci le persone che stanno in piazza partecipano e magari invece di lasciare la bottiglia di birra vuota in terra si alzano e la buttano nel bidone”. Un’esperienza educativa, insomma. Sia per i lavoratori che per chi frequenta la piazza che, nei 5 anni di attività del progetto, ha imparato a conoscere le persone che vi hanno preso parte e che sono da esempio di rispetto per la città. “Sono soddisfatto di questo lavoro – dice ancora Roberto – Il problema dei ragazzi che si perdono per strada è che nessuno dà loro fiducia: con questo progetto noi abbiamo una responsabilità perché qualcuno ci ha dato fiducia, è molto importante”. Al progetto partecipa anche la Consulta contro l’esclusione sociale. “Con Piazza Verdi Lavoro si è creato dal basso un momento di integrazione sociale che porta all’inclusione – dice la presidente Anna Maria Nasi – Ciò è stato possibile grazie a un grande raccordo tra pubblico e privato sociale: quello che manca ora è la messa in rete, la diffusione della conoscenza di ciò che si fa”. (lp) 

 


Fonte: Redattore Sociale