Senzatetto a Bologna, L’Antoniano punta all’accoglienza permanente


Pubblicato il 09.02.2012 in News Sociale

Sorgerà a San Ruffillo il nuovo centro di accoglienza permanente dell’Antoniano. Ospiterà circa 40 persone e aprirà in autunno. Frate Caspoli: “Piano freddo importante, ma alcune situazioni richiedono cure continuative”.

 

Apertura 24 ore su 24 dei dormitori e posti aggiuntivi per accogliere chi dormiva per strada. Ecco come la città ha risposto all’emergenza neve. Ma c’è chi pensa a una struttura di accoglienza permanente. È l’Antoniano onlus, che in questi giorni ha fornito e sta fornendo assistenza alle persone in difficoltà nel dormitorio di via Capo di Lucca e attraverso il centro di ascolto e la mensa. In previsione per l’autunno c’è l’apertura di un nuovo centro di accoglienza permanente. “L’obiettivo è fornire un’accoglienza più stabile alle persone che ne hanno bisogno per aiutarle a reinserirsi nella società – spiega frate Alessandro Caspoli, direttore dell’Antoniano onlus – Per l’emergenza la risposta è stata importante con il Piano freddo e l’apertura dei dormitori tutto il giorno, ma alcune situazioni vanno curate in maniera continuativa”. Prosegue, intanto, l’apertura dei dormitori anche di giorno, almeno finché dura l’allerta maltempo.
Sorgerà in zona San Ruffillo e potrà ospitare fino a 40 persone. È il nuovo centro di accoglienza permanente dell’Antoniano. “Non appena il tempo ce lo permetterà inizieremo i lavori di ristrutturazione – spiega frate Caspoli – L’apertura è prevista per il prossimo autunno”. L’acquisizione della casa è stata possibile grazie all’aiuto di 122 mila sostenitori che hanno aderito alla campagna nazionale “Disegniamo un mondo senza povertà” lanciata lo scorso novembre durante lo Zecchino d’Oro. “La campagna ha avuto una buona risposta sia a livello nazionale che locale – continua Caspoli – La nuova struttura potrebbe diventare l’esempio simbolico del rapporto di sussidiarietà del privato rispetto ai servizi sociali pubblici”. Secondo il direttore dell’Antoniano, infatti, l’assistenza deve trovare risposte anche nel privato e devono essere risposte continuative. “L’inverno non dovrebbe essere emergenza – prosegue – perché tutti possano dormire al caldo è necessaria una struttura permanente: in questo modo è possibile creare un rapporto personale e iniziare percorsi di reinserimento che portino queste persone, se lo vogliono, a vivere una vita autonoma”.
Accessi stabili al centro di ascolto e alla mensa dell’Antoniano. Anche durante i giorni più nevosi il numero dei colloqui è rimasto invariato rispetto al resto dell’anno e alla mensa sono state accolte circa 80 persone che, come spiega frate Caspoli, “è il numero di questi ultimi mesi”. Non c’è stato dunque un aumento delle presenze e nessuno ha chiesto di restare anche oltre l’orario del pranzo. “Arrivavano un po’ prima per riscaldarsi – racconta – ma poi se ne andavano”. Su questo ha certamente influito l’apertura 24 ore su 24 dei dormitori, tra cui anche Capo di Lucca. “In questi giorni di emergenza Capo di Lucca è stata utilizzata come struttura aggiuntiva per il Piano freddo ma la sua funzione è accogliere persone con patologie mentali o fisiche che vivono per strada – conclude Caspoli – La struttura però deve essere ripensata perché non è adeguata per rispondere ai bisogni di queste persone”. (lp)