Senza dimora, il primo censimento dell'Istat: a Roma assistite 400mila persone


Pubblicato il 03.11.2011 in Eventi

I dati sui servizi alle persone senza dimora collocano il Lazio al secondo posto nella classifica delle regioni italiane che intercettano il maggior numero di persone in condizioni di estrema povertà. In particolare, il comune di Roma serve il 91 per cento dell’intera utenza regionale. Il presidente della Caritas italiana: “Roma punto di riferimento e di passaggio molto importante per queste persone”. I numeri e le previsioni dell'Istat sull’identikit dei nuovi homeless 


I servizi alle persone senza dimora raggiungono nel Lazio un’utenza pari al 17 per cento di quella nazionale. Un dato, questo, che ci fa guadagnare il titolo di seconda regione italiana per “utenza servita” dopo la Lombardia, dove la percentuale sale al 20 per cento. Ma non finisce qui.

 

I DATI - Con i suoi 171 servizi, equivalenti a circa la metà di quelli laziali (in tutto 242) e con un numero complessivo di organizzazioni attive pari a 42, il comune di Roma intercetta, a differenza del capoluogo lombardo, ben il 91 per cento dell’intera utenza regionale, percentuale che in valori assoluti si traduce in 407.423 unità raggiunte nel 2010. È quanto emerge dal primo censimento nazionale dei servizi alle persone senza dimora, realizzato dall’Istat in collaborazione con la fio.Psd (federazione italiana organismi per le persone senza dimora), il ministero del lavoro e delle politiche sociali e la Caritas italiana.

 

I COMMENTI - “I dati – ha spiegato Laura Sabbadini dell’Istat – mostrano chiaramente come la regione Lazio, e Roma in particolare, sia caratterizzata da una presenza più ridotta di servizi, ma mediamente più grandi rispetto a quelli lombardi”. “Roma - secondo il presidente della Caritas italiana, monsignor Vittorio Nozza - è una città particolare non solo per tutte le opportunità che offre, ma anche perché punto di riferimento e di passaggio per molte persone che vivono in condizioni di estrema povertà”.

 

Qui, il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali ha avviato, tramite il sottosegretario Nello Musumeci, una serie di progetti volti a offrire assistenza medica e legale ai senza dimora. “A Roma – ha spiegato – abbiamo attivato un’unità mobile sanitaria che intercetta le persone senza dimora nei punti più nevralgici della città come la stazione Termini. Inoltre, abbiamo finanziato le attività di consulenza legale delle associazioni Avvocato di strada e insieme alla comunità di Sant’Egidio abbiamo avviato percorsi di riabilitazione”. E presto arriverà anche la Carta acquisti per i senza dimora, che verrà distribuita su tutto il territorio nazionale tramite il lavoro congiunto dei servizi sociali comunali e delle organizzazioni che operano sul territorio.

 

LA MEDIA - Da questo primo censimento, inoltre, emerge che nel Lazio, come in altre regioni (Friuli-Venezia Giulia, Marche e Basilicata), la percentuale di servizi di segretariato sociale, presa in carico e accompagnamento delle persone senza dimora è superiore a quella della media nazionale, che per contro risulta schiacciata sui servizi di risposta ai bisogni primari (cibo, vestiario, igiene personale, alloggio per la notte).

 

“Un dato, quest’ultimo, - ha commentato Paolo Pezzana della fio.Psd – su cui occorre lavorare”. “In Italia – ha continuato – nonostante la crisi e i continui tagli al sociale, c’è un pezzo di paese che si è volontariamente attivato per aiutare queste persone attraverso servizi come banchi di distribuzione alimentare, mense e dormitori. È un dato senz’altro importante che però non basta”.

 

“Occorre – gli ha fatto eco il presule – attivare una serie di azioni in cui l’ascolto, l’accompagnamento diventano centrali. Di fatto manca la progettualità più globale del fenomeno delle nuove povertà, che oggi riguarda anche uomini e donne di ceto medio scivolati nella spirale della povertà estrema e richiede in tutti i casi il recupero, la riabilitazione e il reinserimento lavorativo e sociale di queste persone”. Dunque, dall’emergenza e dall’assistenza primaria alla promozione di un effettivo tentativo di reinclusione sociale. “I risultati di questo primo censimento”, ha concluso la Sabbadini, “si inseriscono infatti in una ricerca più ampia, complessa e innovativa, finalizzata a delineare un quadro approfondito del fenomeno della grave emarginazione sociale in Italia, i cui risultati definitivi saranno presentati all’inizio del nuovo anno”.


Autore: E. Farnisi
Fonte: Paese Sera