"Senza dimora esclusi dai diritti di cittadinanza europea": l'accusa di Feantsa


Pubblicato il 06.09.2013 in News Sociale

 

La Federazione europea: “Non avendo un indirizzo le persone senza dimora non possono partecipare alle iniziative nell’ambito dell’Anno europeo dei cittadini. Occasione persa”.

 

BRUXELLES – Nel pieno delle iniziative per celebrare l’anno europeo dei cittadini, un’aspra critica all’Ue arriva da Feantsa, Federazione europea delle organizzazioni che lavorano con i senza fissa dimora. L’accusa è di aver disatteso la promessa di “mettere l’accento sui diritti di cui godono automaticamente, nell'intera Unione europea, tutti coloro che sono cittadini dell'Ue”. Infatti secondo la Federazione “l’assenza di una casa può sbarrare l’accesso ad alcuni principi base della cittadinanza e della partecipazione”. La nota prosegue: “L’Ue finge di voler promuovere e facilitare il coinvolgimento dei cittadini nella società. Tuttavia un numero significativo di europei, tra cui le persone senza tetto, sono escluse dai diritti di cittadinanza”. Questo avviene poiché gli homeless non dispongono di un indirizzo e non possono essere iscritti nei registri elettorali. Quindi “il diritto di voto e di partecipare alla vita democratica è di fatto negato e l’incapacità di far ascoltare la propria voce esclude gli homeless dalla piena partecipazione”.

Un esempio di occasione persa è quella delle Iniziative dei cittadini europei: in 14 stati sono off limit alle persone senza tetto, che non hanno quindi la possibilità di far sentire la propria voce. Definite dall’Ue uno “strumento per la democrazia partecipativa”, secondo la Federazione “fingono di consentire a un milione di cittadini europei di prendere direttamente parte all'elaborazione delle politiche dell'Ue. Sfortunatamente non è vero: le persone senza dimora, pur essendo cittadine europee, sono escluse perché impossibilitate a indicare il proprio indirizzo. Per lo stesso motivo non possono nemmeno entrare nel comitato di direzione”. Il direttore della Federazione, Freek Spinnewijn, auspica che “questa situazione venga rettificata prima della fine delle iniziative, che potenzialmente possono essere uno strumento per affrontare la situazione degli homeless in Europa. Per esempio, spingendo le istituzioni europee a seguire il richiamo del Parlamento e attivare una strategia ad hoc”. (gig)