Senza dimora, appello ai sindaci: «Vogliamo votare alle elezioni»


Pubblicato il 24.05.2016 in News Sociale

Nell'appello viene anche richiesta l'istituzione di una via fittizia per poter prendere la residenza, necessaria per poter accedere a servizi e cabine elettorali. Senza #dirittoalvoto. Privati della possibilità di entrare in una cabina elettorale per scegliere il nome del sindaco o del consigliere comunale che meglio rappresenta le loro idee. Eppure, vivono nelle città, hanno una loro coscienza critica, hanno degli orientamenti politici. Ma tutto questo, non basta. Perché non possono votare


Un amaro e beffardo destino quelle che colpisce oltre 50 mila persone che vivono in strada, secondo l’ultima rilevazione fatta da Istat in collaborazione con fio.PSD, la Federazione Italiana Organismi per le Persone Senza Dimora. Il rischio è che anche alle prossime elezioni amministrative, in programma il 5 giugno, per il rinnovo delle cariche di 1.368 comuni in tutta Italia, le persone senza fissa dimora vengono escluse dalla possibilità di poter esercitare il diritto al voto. Il motivo? Non hanno la residenza anagrafica.

IL PROBLEMA DELLA RESIDENZA ANAGRAFICA. In Italia, infatti, sono ancora tante le Amministrazioni Comunali che non hanno istituto la residenza anagrafica fittizia, la via virtuale che non appare in nessuna toponomastica cittadina che produce effetti giuridici per quanti vivono ai margini. Grazie al requisito della residenza, infatti, le persone possono uscire dall’invisibilità, possono accedere alle cure sanitarie, possono beneficiare dell’eventuale pensione maturata, possono iscriversi ai Centri per l’Impiego e così via. E, cosa non da poco, possono anche votare. Per questo, per far sentire la voce di chi vive nella povertà più estrema, privato anche dei propri diritti civili, fio.PSD ed Avvocati di Strada lanciano un messaggio: «A pochi giorni dal voto facciamo un appello a tutti i sindaci dei comuni italiani che andranno al voto perché si facciano garanti del diritto alla residenza delle persone che vivono in strada nel loro territorio, consentendo loro di votare e rispettando un loro diritto costituzionale».

COSA PREVEDE LA LEGGE. Secondo l’ultimo rapporto dell’associazione che racchiude il pool di legali che prestano assistenza gratuita ai senza dimora italiani e migranti, tra le pratiche più richieste c’è proprio quella della mancanza di residenza, che viene perduta in poco tempo dalla quasi totalità delle persone che vivono in strada. «Senza la residenza si perdono gran parte dei diritti civili e tra questi c’è il diritto di voto attivo e passivo garantito dalla Costituzione italiana all’art. 48 che recita il diritto di voto “non può essere limitato se non per incapacità civile o per effetto di sentenza penale irrevocabile o nei casi di indegnità morale indicati dalla legge”. Dare la residenza a chi non ha una dimora fissa – evidenziano fio.PSD ed Avvocati di Strada – potrebbe sembrare una questione di difficile soluzione, ma così non è. La legge anagrafica n. 1228 del 24 dicembre 1954 consente a chi vive in strada di prendere la residenza in vari modi: presso la via fittizia dei comuni che l’hanno deliberata, indicando come domicilio la sede di un’associazione o di un’altra struttura dove si è conosciuti, o, come ultima ratio, chiedendola nel proprio paese di nascita». Di conseguenza, «non è ammissibile impedire ad una persona di votare solo perché è povera, ma questo è quello che avviene nella realtà».

I NUMERI DELL’EMERGENZA FREDDO. Intanto, in tema di povertà ed invisibilità, Gruppo FS Italiane ha snocciolato i numeri relativi ai progetti realizzati per l’emergenza freddo dal 15 dicembre 2015 al 31 marzo 2016 in collaborazione con numerose associazioni di volontariato e agli Help Center della rete Onds, gli sportelli di ascolto situati all’interno o nelle zone limitrofe delle stazioni per sostenere le persone. Oltre 88 mila pasti e bevande offerte, 14 mila coperte distribuite, quasi mille gli operatori impegnati. Numeri che fotografano un quadro allarmante sul disagio sociale ed economico che abbraccia tutto il territorio italiano, in considerazione del fatto che gli Help Center sono presenti da Nord a Sud. Infine, sempre attraverso il lavoro sinergico effettuato insieme al mondo del volontariato, sono state contattate e aiutate circa 30 mila persone in forte difficoltà per via delle difficili condizioni climatiche.