Dieci approcci ''concreti e sostenibili'' per combattere l'esclusione: la Federazione italiana delle persone senza dimora anticipa la pubblicazione di un documento elaborato con operatori europei. ''Non si vive di solo Pil''.
Nei programmi elettorali è sparita la parola povero e con essa l’attenzione della politica a programmi di contrasto dell'esclusione sociale. Per riaccendere l'interesse su questi temi, la Federazione italiana persone senza dimora, in accordo con la Federazione Europea (Feantsa) di cui fa parte, ha voluto anticipare la pubblicazione in italiano di un documento elaborato congiuntamente dagli operatori europei impegnati contro la povertà, una "forma di contributo responsabile almeno agli ultimi scampoli di campagna elettorale in corso”. Il documento contiene 10 approcci che rappresentano altrettante linee guida, “concrete e sostenibili”. Secondo gli esperti della federazione, perché siano efficaci le politiche di intervento, dovrebbero essere applicati tutti e dieci gli approcci, “ma il bilanciamento fra questi aspetti deve essere trovato in accordo con il contesto politico in cui le autorità sviluppano e implementano tali piani di azione”.
“Sconfiggere l’emarginazione è possibile, - sottolinea la Fiopsd - e può avvenire mediante strategie note e già in parte altrove sperimentate. Non occorrono invenzioni né particolari novità: serve solo la volontà politica di farlo, con la conseguente assunzione della responsabilità permanente per la sostenibilità verso tutti del modello di sviluppo che una società sceglie e sviluppa”. “Non si vive di solo Pil, non si vive di sola crescita; - prosegue la Fiopsd - se il benessere non è per tutti, se il successo di pochi è necessariamente a scapito dei diritti di altri, questa non è la società che vogliamo, perché nessuno può voler vivere in una società che, in nome della soddisfazione immediata, pone da sé stessa le basi per la propria drammatica disintegrazione in un domani neppure troppo lontano. E’ questo il significato politico universale dell’emarginazione sociale, ma sembra che nessuno o quasi sia disposto a riconoscerlo”. La causa? Un “modello di sviluppo che non funziona, perché, prigioniero di un meccanismo perverso di consumo, produce strutturalmente emarginazione anche quando tenta di combatterla”.
Redattore Sociale