Saranno soprattutto lavoratori non stagionali gli stranieri che l'Italia si prepara ad accogliere nei prossimi mesi


Pubblicato il 12.01.2006 in News Sociale

Sono 170mila gli stranieri che nel 2006 arriveranno in Italia con il decreto flussi. In aumento la quota dall'Est Europa e i lavoratori a domicilio. Blangiardo (Ismu): ''Un decreto che favorisce chi ha maggiori possibilità d'integrazione''.

Il decreto flussi 2006 non è ancora stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, ma la ripartizione delle quote di ingresso è decisa, sia per quanto riguarda la provenienza sia in riferimento al settore di occupazione. Delle 170mila unità previste dal decereto, 120mila saranno lavoratori non stagionali, 38mila dei quali provenienti da Paesi che hanno sottoscritto (o stanno per sottoscrivere) accordi bilaterali con il nostro. "Tunisia, Egitto, Nigeria e Albania, ad esempio, sono paesi di tradizionale immigrazione, con flussi consolidati", spiega Giancarlo Blangiardo, ricercatore della fondazione Ismu e docente all'università Bicocca. Ma il decreto flussi 2006 privilegia paesi come la Moldavia, "in linea con una visione che favorisce l'immigrazione del simile: per colore della pelle, religione, base culturale - aggiunge Blangiardo -. Meglio l'Est Europa dei Paesi islamici".

A fronte di 5mila unità per la Moldavia, infatti, le quote per il Pakistan o il Ghana prevedono 1000 ingressi, 100 per la Somalia. "Chi decide la politica migratoria - continua Blangiardo- lo fa nell'interesse della società che governa, non in base al peso demografico e alle condizioni di sviluppo del Paese di partenza". Ancora in dubbio l'attribuzione di una quota privilegiata di 7mila ingressi riservati  alla Romania: "Si guarda con occhio di riguardo ai Paesi di prossima o recente integrazione, agli stranieri che per provenienza o esperienza ha già legami o potrà procurarsene più facilmente - aggiunge il professore -. Dopo il Nord Africa è venuto il tempo dei popoli dell'Est".

Sul fronte dell'occupazione dei 78.500 dipendenti non stagionali

extracomunitari in arrivo, una quota di 45mila unità è stata destinata a lavoratori domestici o che prestano assistenza alla persona: "E' un valore importante ma forse non sufficiente. Sono decine di migliaia le immigrate che chiedono di essere regolarizzate, molte meno le famiglie". Insieme a filippine e romene, molte ucraine: "Per loro soprattutto, i problemi sono già nel Paese di origine: la corruzione rende difficile la procedura per partire, inaccessibili le liste". Duemila ingressi sono destinati a cittadini stranieri che hanno completato programmi di formazione nel Paese di origine. Ma, esaurita questa quota, lo stesso decreto prevede che possano essere decisi ulteriori ingressi (in conformità con l'art. 23 del Testo Unico): "In passato progetti simili di formazione in loco furono avviati dalla Regione Lombardia in Moldavia e Bielorussia. Ma dal decreto, in questo  caso, non è chiaro chi debba provvedere alla copertura finanziaria dei  corsi".

Tremila ingressi sono poi previsti per lavoro autonomo (ricercatori, imprenditori, soci e amministratori di società non cooperative, artisti di fama e di alta qualifica ingaggiati da enti pubblici o privati). Di questi, 1500 possono avvenire per conversione di permessi di soggiorno per motivi di studio e formazione. Il decreto sulle quote varato dal Governo deve ancora essere sottoposto ai pareri (non vincolanti) della Conferenza Unificata delle competenti  Commissioni parlamentari, per poi tornare alla firma del Presidente del Consiglio e quindi essere pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. L'anno scorso accadde la notte del 2 febbraio, causando problemi negli uffici postali che non hanno orari di apertura uniformi quando, la mattina successiva, iniziarono ad arrivare le domande. A migliaia.

 


Autore: Erika Riggi
Fonte: Redattore Sociale