La maggior parte è collegata alle emergenze umanitarie e ai flussi di richiedenti asilo: il 41% dei beneficiari è cittadino albanese. I dati della ricerca ''Le migrazioni di ritorno: il caso italiano''.
Sono 7.223 le persone che dal 1991 fino ai primi mesi del 2006 hanno beneficiato dei programmi di rimpatrio assistito volontario nei propri paesi di origine; si tratta di richiedenti asilo, stranieri accolti per motivi umanitari, persone sottratte alla schiavitù della tratta e dello sfruttamento sessuale. A prendere in esame tutte le fattispecie di rimpatrio assistito finora praticate nel Paese è una ricerca, "Le migrazioni di ritorno: il caso italiano”, curata da Idos (Punto Nazionale di Contatto dell'Emn - European Migration Network) e realizzata in collaborazione con il Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes e con il supporto del Ministero dell"Interno – Dipartimento Libertà Civili e Immigrazione. I dati sono stati presentati oggi a Roma.
La maggior parte dei rimpatri (72,7%) sono legati alle emergenze umanitarie prima nei Balcani (inizio anni '90) e poi in Kosovo (inizio del 2000). La prima esperienza di gestione e ritorno di flussi migratori di massa ha infatti riguardato proprio l'Albania, che dopo la caduta del regime comunista ha conosciuto due ondate migratorie verso l’Italia: quella del febbraio-marzo e agosto 1991 (1.198 persone) e quella del 1997 (1.261), quando dai porti albanesi sono salpate navi gremite dirette verso la Puglia. “Le emergenze degli anni '90, con le ripetute ondate di migrazioni forzate dall’Albania, dalla ex-Jugoslavia e dalle altre aree di instabilità prossime al nostro paese, sono state affrontate ricorrendo all’emanazione di leggi o decreti ministeriali ad hoc, senza affrontare il problema più generale della capienza e della qualità del sistema d’accoglienza in Italia e dell’assenza di una normativa organica in materia di asilo”, spiegano gli osservatori. Nel 2001 è stato istituto il Piano Nazionale Asilo (PNA), divenuto operativamente, dal dicembre 2003, come Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati (SPRAR); il coordinamento è stato affidato dal ministero dell’Interno all’Anci. Dal 2001 al settembre 2006 dunque si sono aggiunti altri 797 casi riguardanti richiedenti asilo, rifugiati e titolari di protezione temporanea, pari a circa l’11% del totale.
Redattore Sociale