Tavola rotonda
Martedì 10 dicembre ore 17.30
Via Monte della Farina 64, Roma
Di rifugiati non si parla spesso, ma ogni volta che accade – sui giornali, in televisione – l’immagine che accompagna la notizia è quella di uno sbarco. Come se il luogo naturale dei rifugiati, in Italia, fosse il molo di Lampedusa. Dove finiscono quelle persone dopo mesi, dopo anni da quell’arrivo? Le statistiche delle Nazioni Unite mostrano che, in tutto il mondo, la maggior parte dei rifugiati viva nei centri urbani: da Bangkok a Bogotà, da Nairobi a Roma. Non è mai una vita facile: nelle città i rifugiati pensano di trovare maggiori opportunità, ma più spesso conoscono soprattutto isolamento, solitudine, mancato accesso ai servizi, insicurezza, marginalizzazione.
In Italia i percorsi sono complicati dall’insufficienza e dalla frammentarietà dei sistemi di accoglienza che, privi di regia unitaria e di standard uniformi, finiscono per mostrare le lacune più gravi proprio nei luoghi dove i rifugiati si concentrano. Questo ha alimentato, negli anni, il fenomeno delle occupazioni: centinaia di titolari di protezione internazionale finiscono a vivere in insediamenti irregolari, spesso senza alcun contatto con il territorio, in condizioni di grave precarietà e insicurezza.
Il primo problema dei rifugiati che vivono nei centri urbani è l’invisibilità. Anche quando viene loro riconosciuta la protezione internazionale, queste persone hanno difficoltà a vederla declinata in diritti sociali concreti. Proprio ai più vulnerabili, le vittime di tortura e di violenza intenzionale, viene spesso impedito di vivere in dignità e sicurezza, nell’indifferenza generale.
Anche chi riesce a ricostruirsi una vita, difficilmente si sente davvero accolto e spesso si rassegna alla solitudine. Non può esserci protezione se non si garantiscono opportunità tangibili, accesso ai servizi, ma anche ascolto, attenzione, spazi per far sentire la propria voce e per offrire il proprio contributo: i rifugiati hanno molto da dare alle nostre città.
Chi interverrà:
- P. Giovanni La Manna – Presidente Centro Astalli
- Oliviero Forti – Responsabile Immigrazione Caritas Nazionale
- Alessandro Radicchi – Presidente Europe Consulting
- Augusto Venanzetti – Coordinatore Rete Scuole Migranti
- Beatrice Ngoie Mulumba - Rifugiata congolese
modera
- Berardino Guarino – Direttore dei Progetti del Centro Astalli