È il senso del convegno nazionale sulla legge 328 in programma il 27 settembre presso l’Auditorium di Via Rieti, sul tema “La riforma delle politiche sociali: una sfida ancora aperta”.
Promosso unitariamente da Cgil Cisl Uil, in contemporanea all’avvio di una legislatura regionale nuova e pochi giorni prima del varo della finanziaria 2006, il convegno vede la collaborazione e partecipazione di Anci, Legautonomie e Forum del Terzo Settore, Upi e Conferenza delle Regioni. La mattinata sarà aperta da Nirvana Nisi, segretaria confederale della Uil, e da un intervento del professor Emanuele Ranci Ortigosa, docente alla Università Ca’ Foscari; nel pomeriggio è prevista una tavola rotonda coordinata dal segretario confederale della Cisl, Ermenegildo Bonfanti; le conclusioni della giornata sono affidate a Guglielmo Epifani, segretario generale della Cgil.
L’iniziativa sarà preceduta da una serie di incontri preparatori e proseguirà cercando di stabilizzare un tavolo di persone interessate al rilancio della legge di riforma sull’assistenza. Secondo i sindacati confederali è necessario focalizzare l’attenzione pubblica su questo tema, rilanciare gli impegni a riguardo, trovare accordo sui livelli essenziali di assistenza e sul loro finanziamento, sulla questione della non autosufficienza e del sistema di accesso alla rete dei servizi; a livello regionale occorre concertare una programmazione partecipata e l’integrazione sociosanitaria. L’iniziativa, quindi, intende “riportare l’attenzione sulla insufficiente applicazione dei principi e contenuti innovatori introdotti nel campo delle politiche sociali dalla Legge 328/2000, per concentrare su di essi il dibattito politico e rilanciarne lo spirito riformatore attraverso una convergenza tra tutti gli attori istituzionali e sociali coinvolti”, scrivono i sindacati nella lettera di convocazione al convegno. Infatti, pur essendo stata varata prima della modifica del Titolo V, la 328 ha tenuto conto dell'imminente riforma costituzionale, tanto che affida i poteri di programmazione e legislativi alle Regioni, amministrativi e di programmazione dei piani di zona ai Comuni; inoltre è stata discussa con tutti gli attori istituzionali, riscuotendo ampie convergenze. La riforma ha bisogno di aggiornamenti, ma il sindacato considera prioritario dare attuazione a quelle parti della legge che hanno introdotto contenuti innovativi nel governo delle politiche socio-assistenziali.
Cgil-Cisl-Uil esprimono, quindi, una forte preoccupazione per lo stato di applicazione dei punti chiave del processo riformatore promosso dalla legge. A cinque anni dalla sua approvazione, ritengono opportuno verificare i risultati raggiunti per fissare gli obiettivi da conseguire nel corso dei prossimi anni.
Redattore Sociale