Presentato il report delle attività della rete che riunisce i centri documentazione sulle dipendenze di Firenze, Arezzo e Lucca. Monografie, spogli di riviste e link per agevolare formazione e aggiornamento degli operatori.
Ha già compiuto 5 anni il progetto “Retecedro”, Rete toscana dei Centri di documentazione sulle dipendenze, a cui aderiscono Cesda (Centro studi ricerca e documentazione dipendenze e aids) che fa capo all"Asl 10 di Firenze insieme al Dipartimento salute mentale- Biblioteca Chiarugi, e il Centro alcologico regionale - centro di documentazione "Informalcol" presso l’azienda ospedaliera Careggi; Cedostar (Centro documentazione e ricerca sul fenomeno delle dipendenze patologiche), che fa capo al dipartimento dipendenze - Ser.T dell’Asl 8 di Arezzo; Cesdop (Centro studi e documentazione sulle tossicodipendenze e l'emarginazione), che fa capo alla Provincia di Lucca. L’area specifica del Cesda è relativa a disturbi del comportamento alimentare, nuove droghe, aids, tossicodipendenza, gioco d'azzardo, quella del Cedostar a dipendenze senza droghe, gioco d’azzardo, rischio estremo, compulsione all’acquisto, doping e farmacodipendenze. Cesdop invece si concentra su trattamento delle tossicodipendenze in comunità, immigrazione, prostituzione. Il report di questi anni (2001-2006) è stato presentato a Firenze, presso il Consiglio regionale, il 27 ottobre scorso. Molte, dunque, le tappe che hanno portato la Retecedro a diventare un riferimento qualificato per chiunque voglia acquisire documentazione sulle numerose tematiche connesse alle dipendenze: dall’aids all’alcolismo, dalle “new addiction” alla prevenzione, dalle problematiche dei minori e dei migranti al gioco d’azzardo e al doping.
Sul portale della rete sono disponibili il catalogo di tutte le monografie, gli spogli delle riviste in abbonamento presso i vari Centri e la selezione delle più rilevanti notizie riguardanti i settori. E’ molto ampio anche il repertorio dei link che permettono di accedere ai siti web ritenuti più rilevanti ed affidabili nei diversi ambiti, anche al fine di ridurre il ricorso a siti generalisti che non offrono una selezione scientifica di quanto è stato pubblicato, spesso inducendo in errore gli stessi operatori meno esperti). A questo proposito è in via di attivazione presso ciascuna area vasta (ad Arezzo in novembre-dicembre, per finire con Firenze e Lucca a gennaio e febbraio) un corso organizzato dalla Retecedro per sul tema “La documentazione sulle dipendenze patologiche”, che si concentrerà sia sulla guida alla ricerca e all’utilizzo di risorse sul web e banche dati, sia sulle potenzialità degli audiovisivi negli archivi sulle dipendenze, sia sull’analisi critica delle ricerche in tema di droghe illegali. Le pagine del portale Retecedro vengono visitate ogni giorno da circa 300 utenti, e la newsletter mensile (“Cedronews”) viene inviata regolarmente ad oltre 400 iscritti: si tratta di due strumenti fondamentali, ritenuti assai validi da vari servizi sia del pubblico che del privato sociale e del volontariato, oltre che da varie cattedre universitarie che si servono della vasta documentazione catalogata per le proprie ricerche e per numerose tesi di laurea.
Durante la presentazione del report a Firenze è stato distribuito il volume che racchiude tutte le voci bibliografiche raccolte negli ultimi anni, il depliant della Rete con indirizzi e nominativi dei diversi Centri e la nuova edizione della Cedronews, che ha riscontrato un notevole gradimento. Il progetto Retecedro “viene a colmare un vuoto nella formazione e soprattutto nell’ aggiornamento permanente di chi opera nel settore delle dipendenze - ha sottolineato la dott.sa Trotta, coordinatrice del Dipartimento dipendenze dell’Asl di Firenze – facilitando l’accesso alla documentazione scientifica, e organizzando il materiale bibliografico seguendo con attenzione e discernimento il continuo cambiamento del fenomeno”. Un progetto che aiuta “a contrastare due rischi che sono costantemente presenti nei nostri servizi: da un lato l’ astrattismo teorico e, dall’ altro, l’eccessivo pragmatismo operativo”, come ha evidenziato il dott. Becattini, in rappresentanza del Dipartimento dipendenze dell’Asl di Arezzo. Gli aspetti critici? C’è un “rischio di separatezza tra la raccolta di fonti bibliografiche e le esigenze egli operatori sul campo”, hanno sottolineato la dr.ssa Mariella Orsi, responsabile del Cesda e coordinatrice del progetto, e il dr. Valentino Patussi , referente del Centro Alcologico Regionale. Patissi ha ricordato anche l’aumento dei corsi universitari rivolti agli operatori, quale il Master di Alcologia e il corso di Perfezionamento sul Tabagismo ( a Firenze) e il Master sulle dipendenze ( a Pisa ) che conclude proprio in questi giorni la I°edizione, sostenuti con appositi fondi dalla regione Toscana.
Redattore Sociale