Reparto donna, uomo e bambino: a Genova ha aperto la boutique per clochard, anziani e immigrati


Pubblicato il 22.01.2007 in News Sociale

Nuova struttura della Comunità di Sant'Egidio per la distribuzione di abiti e generi alimentari. Ogni settimana previste le visite del medico e dell'oculista. Frequentano il centro soprattutto anziani e stranieri.

Reparto uomo, donna e bambino, autunno-inverno o primavera-estate, pantaloni, camice, maglie e biancheria intima per tutti i gusti: taglie, modelli, colori.  No, non è una boutique del centro nel mese di saldi, è la nuova struttura della Comunità di Sant’Egidio per la distribuzione del vestiario alle persone in difficoltà.

Inaugurata lo scorso dicembre in un edificio delle suore filippine, dentro alla nuova struttura i volontari distribuiscono abiti, ma anche generi alimentari, prodotti per l’igiene personale, utensili da cucina e giocattoli.

“Dagli anni Settanta ad oggi la nostra attività è notevolmente cambiata – racconta Roberta Graffione della Comunità –. All’inizio il problema principale era rappresentato dagli anziani e dai senza fissa dimora, oggi si sono aggiunti gli stranieri e i cosiddetti nuovi poveri”.

Gli immigrati passano dal centro di distribuzione ogni lunedì della settimana. “Se sono persone senza dimora – spiega Graffione – ricevono un sacchetto contenente generi alimentari consumabili per strada: cibi freddi, in scatola, biscotti, pane. Se hanno una casa, distribuiamo loro pasta, salse e cibi che hanno bisogno di esser preparati. Teniamo conto delle esigenze di ognuno e cerchiamo di rispondere ai loro bisogni quotidiani.”.

Per molti stranieri la distribuzione del lunedì è un punto di riferimento, in particolare per i cittadini rumeni che si trovano in una situazione più precaria. “Molti di loro – precisa la responsabile della Comunità – vivono in baracche o per strada.” Poi vi sono i latino-americani, la comunità straniera più numerosa nella Città della Lanterna. “I sudamericani vivono situazioni differenti. La maggior parte ha un lavoro e una casa, ma la distribuzione settimanale gli aiuta ad alleviare le difficoltà economiche. Possono prendere degli abiti o qualche alimento di prima necssità, per risparmiare su un salario che non basta mai”.

Il sabato è la volta degli italiani, in particolare anziani e clochard, per una media di 150 persone a settimana. “Gli anziani che frequentano la comunità sono notevolmente aumentati negli ultimi anni – racconta Roberta Graffione – persone con la pensione minima che non arrivano alla fine del mese, ma anche molti anziani che lasciano tutto il proprio denaro ai figli e poi vengono qui per prendere un sacchetto di generi alimentari o una giacca pesante per l’inverno”.

Ultimamente si affacciano al centro anche i beneficiari dell’indulto.

Tra i senza dimora si intrecciano storie di ogni genere. “Chi si trova per strada a seguito di un matrimoni andato a male, chi perché ha perso il lavoro a cinquant’anni e non è più appetibile per il mercato, chi ha perso tutto al gioco o ha vissuto un periodo di forte esaurimento nervoso.”

I clochard ricevono il pacco consumabile in strada, buoni doccia e prodotti per l’igiene personale.

Il reparto abiti è una vera boutique dell’usato. Scaffali in legno colmi di vestiti per tutte le stagioni, le persone guardano, scelgono, misurano giacche, pantaloni, scarpe. “Ogni abito donato – racconta Roberta – viene sistemato negli appositi scaffali e catalogato per taglia e genere.” Il reparto abiti dedica uno spazio anche ai bambini che visitano il centro, in particolare figli di immigrati.

Oltre agli alimenti e al vestiario, gli ospiti possono inoltre approfittare della presenza di medici e oculisti che ogni settimana visitano i pazienti. “Una volta alla settimana – racconta Roberta – un medico volontario effettua le visite e fornisce medicinali gratuitamente. Abbiamo a disposizione a anche un gruppo di ottici che si fermano al centro il lunedì per visitare le persone e preparano le montature degli occhiali gratuitamente”.

All’interno della struttura è stato allestito anche un piccolo spazio dedicata ai bambini: tavolini e piccole sedie colorate, giocattoli per ogni età. In un angolo della sala uno scaffale con molti libri.

La visita alla Comunità di Sant’Egidio è soprattutto un momento di socializzazione. Le persone arrivano e si fermano con i volontari, raccontano i loro problemi, si aprono e nascono amicizie.  “Per noi volontari – precisa Graffione – è importante sviluppare un solido contatto umano. Molti di loro, nel proprio viver quotidiano, non vengono mai chiamati per nome”.

 

Redattore Sociale


Autore: Md