Regioni sul piede di guerra dopo la riunione di ieri. ''È emergenza. Sia ripartito il Fondo sociale nazionale nella stessa entità del 2004. E lo si faccia prima dell'esame della Finanziaria''. Pronte manifestazioni di protesta.
Regioni italiane e assessori regionali alle politiche sociali hanno confermato con forza nel corso di un intenso confronto “l’estrema urgenza di procedere al riparto della Fondo Nazionale Politiche Sociali 2005 nella stessa entità dell’anno 2004 (un miliardo di euro con l’incremento del 2% e con gli stessi criteri di riparto dell’anno 2004) come rappresentato più volte al Governo nelle sedi ufficiali”.
“È importante – ha sottolineato il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani a conclusione dei lavori - che tale riparto avvenga prima che Governo e Parlamento avviino il confronto e l’esame sulla legge finanziaria 2006. Ad oggi – ha ricordato ancora - sono stati assegnati e non ancora erogati alle Regioni solo 518 milioni di euro a fronte di un impegno pari a 1020 milioni di euro assunto in Conferenza Unificata del 28 luglio scorso”.
La denuncia degli assessori alle politiche sociali nasce anche dal fatto che oltre al danno, va delineandosi una beffa: “C’è infatti il pericolo gravissimo per i servizi sociali - tagliati del 50% alla fine dell’esercizio finanziario in corso mentre Regioni e Comuni li stanno erogando - che si profili una proposta per il 2006 che prevede un finanziamento dimezzato rispetto al 2004”. In altre parole, mentre le Regioni lamentano un taglio del 50%, il Ministro dell’Economia Tremonti continua a confermare che per il 2006 il Fondo non verrà tagliato. Due posizioni in realtà non contraddittorie: infatti, il Governo si appresterebbe a confermare per il 2006 lo stesso importo dato per il 2005. Ma non il milione di euro promesso a luglio, bensì i 518 milioni erogati quest’anno. Di fatto, un taglio di un milione di euro in due anni.
Così stando la situazione, Regioni e province autonome affermano di voler dar luogo “a tutte le iniziative istituzionali nei confronti del Governo - in occasione della prossima riunione della Conferenza Unificata - e per sensibilizzare il Parlamento”. Si va, insomma, verso un braccio di ferro sempre più evidente. E tra le iniziative in cantiere, sembra si stia facendo strada l’ipotesi di una manifestazione davanti a Palazzo Chigi, da tenersi martedì 13 ottobre.