Il Centro Polifunzionale “Train de Vie” presenterà il primo marzo alle ore 18 il reading poetico letterario dal titolo “Scrivo dunque sono” presso l’Aurum di Pescara.
L’evento, alla sua terza edizione, è l’occasione per proporre a tutta la cittadinanza gli elaborati più significativi frutto dei laboratori di scrittura creativa a cui hanno partecipato i nostri ospiti. Lo spettacolo si configura come un momento di forte, penetrante sensibilizzazione e di testimonianza da un lato, come di espressione di risorse e competenze dall’altro. La scelta del titolo “Scrivo dunque sono” vuole mettere in risalto l’importanza di affermare la propria esistenza, in un mondo dove i senza dimora si muovono invisibili tra le strade della nostra città. Il tratto, lo scrivere, è la prova che essi non hanno abbandonato la vita, i legami, la loro storia. È una prova tangibile della loro voglia di esperire nuove relazioni, di comunicare, di sentirsi vivi.
Nello specifico l’evento prevede la lettura e la drammatizzazione di alcuni scritti dei nostri utenti da parte del regista e attore Lorenzo Marvelli in collaborazione con l’attrice Ida D’Andrea. Gli attori saranno accompagnati musicalmente da un pianista ed un chitarrista e dalla voce di Ada Millemaci, nostra ex utente.
Inoltre, durante la manifestazione, saranno inscenati delle rappresentazioni frutto dei laboratori di teatro, al quale prenderanno parte utenti e operatori del centro. Infine, questa vuole essere l’occasione per favorire una discussione con la cittadinanza sui temi dei senza dimora, ma anche della crisi economica attuale che attraversa il nostro Paese. Saranno coinvolti per l’allestimento dell’evento alcuni dei nostri utenti al fine di renderli realmente parte attiva e dare loro fiducia e prova delle loro risorse, nonché permettere loro uno scambio con la cittadinanza.
L’evento vuole essere un momento di conoscenza del fenomeno dei senza dimora, che favorisca l’espressione delle problematiche e delle difficoltà ad essa connesse. Inoltre, intende promuovere il dialogo e lo scambio con la cittadinanza, affinché possa essere ridotta l’esclusione sociale e la stigmatizzazione che normalmente accompagna queste persone.