RAPPORTO CENSIS


Pubblicato il 05.12.2008 in News Sociale

Il 2008, un anno di paure e crisi. Ma l'italia è già in marcia verso una ''metaformosi''

La crisi ha lasciato il segno e le piccole e grandi paure (da quella dei rom, alla micro-criminalita', alla povertà per la mancanza o la precarietà di lavoro) si sono moltiplicate.

Ma nonostante gli strascichi negativi del 2008 l'Italia è già in marcia (silenziosa) verso una "seconda metamorfosi". È quanto sostiene il Censis nella relazione introduttiva al Rapporto 2008 sulla situazione sociale del paese.

L'anno scorso il Censis aveva definito quella italiana una società "mucillagine" composta da tanti coriandoli che stanno l'uno accanto all'altro, ma non stanno insieme. Un giudizio che resta in parte confermato: "Il contesto sociale - spiega il Censis - è condizionato da una soggettività spinta dei singoli, senza connessioni fra loro e senza tensione a obiettivi e impegni comuni". Un dato visibile "nel primato delle emozioni" che hanno fatto del 2008 l'anno delle paure. Si sono moltiplicate quelle grandi e piccole: i rom, le rapine, la micro-criminalità di strada, gli incidenti provocati da giovani alla guida ubriachi o drogati, il bullismo, il lavoro che manca o è precario, la perdita del potere d'acquisto, la riduzione dei consumi, le rate del mutuo. Sentimenti sfruttati a proprio vantaggio dalla politica, spiega il Censis, "che ha trovato vantaggioso enfatizzare le paure collettive e le promesse di securizzazione" finendo pero' "per generare una piu' profonda insicurezza, una ulteriore sensazione di fragilità".

Quanto alla crisi finanziaria internazionale, la "segnatura" c'è stata, sottolinea il Censis, "ed è verosimile attendersi per il prossimo anno ulteriori fasi di flessione". Ma la crisi ha determinato un "salutare allarme collettivo: si tratta ora di vedere se il corpo sociale cogliera' la sfida".

Ma "non basta una reazione puramente adattiva: sarebbe deleterio adagiarsi sulla speranza che tutto si risolvera' nella dinamica della lunga durata, grazie alle furbizie adattive che ci contraddistinguono da decenni e secoli". Serve, invece, un "adattamento innovativo, vitale". Insomma, il Paese, spiega il Censis, deve puntare a "una seconda metamorfosi che, forse, e' gia' silenziosamente in marcia". Ma perchè la marcia in atto vada nella direzione giusta, serve una combinazione dei "caratteri antichi della società con i processi che fanno da induttori di cambiamento come "la presenza e il ruolo degli immigrati, il passaggio dall'economia mista pubblico-privata a un insieme oligarchico di soggetti economici (fondazioni, gruppi bancari, utilities)". Mercato largo, economia aperta, policentrismo decisionale sono possibili soluzioni. Ma, per ora, "le classi dirigenti (non solo quella politica) tendono ad automatismi di segno opposto: in poche stanze si possono prendere provvedimenti e iniziative planetarie".

 

Redattore Sociale


Autore: DIRE