Si intitola “Ore venti e trenta” ed è una raccolta di poesie di “impegno sociale”: dalle migrazioni, alla povertà, alla violenza sulle donne. Libro presentato nell’ambito dell’iniziativa “Ritorno al presente. Viaggio dai margini al centro della società"
Uno sguardo ai margini della società, una sorta di “tg della sera” che entra nelle storie dei fatti di cronaca raccontati. Dalle migrazioni, alla povertà alla violenza sulle donne, sono tante le periferie che popolano l’ultimo libro di Paola Musa: una raccolta di poesie dal titolo “Ore venti e trenta” (Albeggi edizioni). Il volume fa seguito all’uscita nel 2008 del romanzo “Condominio occidentale” (Salerno editrice), con il quale si ricongiunge attraverso il filo rosso della crudezza delle storie narrate, questa volta in versi. “Sono due libri collegati ma con scritture differenti, che nascono dalla stessa riflessione sulla nostra società: i messaggi di cronaca che mi pervengono e che ho voluto raccontare dall’interno, perché credo che ormai ci sia una sorta di anestetizzazione provocata da un eccesso di informazione – afferma la scrittrice -. Tutto questo l’ho vomitato fuori cercando di raccontare le persone”. Quella di Paola Musa vuole essere, infatti, una “poesia di impegno sociale”: “attraverso i versi si può realmente raccontare un mondo che è o non è giusto”, aggiunge. Un obiettivo questo condiviso con l’editrice Ilaria Catastini: “oggi la poesia in Italia riceve poca attenzione, il mio obiettivo è focalizzare lo sguardo del pubblico su questo genere di impegno sociale”.
Il libro è stato presentato ieri sera a Roma presso “Binario 95”, il centro polivalente della stazione Termini nell’ambito dell’iniziativa “Ritorno al presente. Viaggio dai margini al centro della società”, nata per focalizzare l'attenzione su un tema scottante, quello dei "nuovi poveri", un fenomeno sociale che negli ultimi tempi di crisi economica sta diventando drammatico e preoccupante. Secondo l’Istat sono ormai ben 72.000 le persone che in Italia vivono senza una casa, in macchina, roulotte o camper. “Abbiamo deciso di svolgere in questo spazio l’iniziativa perché l’idea è quella di una stazione in cui la vita riparte – sottolinea Amedeo Piva, responsabile del settore Politiche sociali per Ferrovie dello Stato. “La struttura del binario ’95 è un luogo accogliente che rappresenta bene la mission di Ferrovie nel voler cambiare l’approccio al sociale: crediamo infatti che attività come queste diano dignità all’azienda”, aggiunge Daniela Carosio, direttore centrale Relazioni esterne del gruppo.
Nel corso della serata alcuni brani del libro sono stati letti da Tiziana Sensi, Anna Cianca, Galliano Mariani e Alessandro Waldergan. “Il merito di Paola Musa è stato quello di sapersi calare in prima persona nelle storie di chi perde tutto, in primo luogo le relazioni – sottolinea Alessandro Radicchi, direttore dell’Onds -. Con il suo libro ci restituisce la complessità del disagio”. Alla serata ha preso parte anche Sabrina Florio, presidente di Anima, che ha ribadito come “l’investimento sul non profit sia oggi più che mai un valore aggiunto a cui le aziende non possono rinunciare”. (ec)