Protocollo d'intesa tra il garante dei detenuti del Lazio e i sindacati dei lavoratori


Pubblicato il 20.10.2005 in News Sociale

Migliorare i servizi sanitari in carcere per arrivare a un sistema  integrato tra Asl e Servizi sanitari penitenziari, riconsiderare la  condizione delle donne recluse, eliminando in primis la permanenza dei bambini in carcere, monitorare le condizioni di lavoro dei lavoratori  penitenziari.

Sono questi i punti cardine del Protocollo d'Intesa firmato  fra il Garante Regionale dei Diritti dei Detenuti,Angiolo Marroni, Cisl, Cgil  e Uil penitenziari del Lazio. Un analogo Protocollo è stato siglato, nelle  scorse settimane, con il Sappe.  “Al Garante dei Detenuti - hanno detto i rappresentanti sindacali che hanno  firmato il Protocollo Rodolfo Valentinetti (Cgil), Luigi Alfieri (Cisl) e  Daniele Nicastrini (Uil) - ci unisce la consapevolezza che il carcere è un  ambito in cui si misurano il grado di civiltà delle istituzioni e la  possibilità di una vita e di scelte diverse per le persone. Sta al sistema  garantire ai detenuti di raccogliere le opportunità che vengono offerte per  il loro reinserimento”. 

Garante regionale dei detenuti e Sindacati si impegnano - per migliorare la  quantità e la qualità dell'assistenza ai detenuti e il lavoro degli  operatori - ad elaborare "proposte formative funzionali e spendibili sul  mercato del lavoro coinvolgendo gli enti di formazione disponibili", a  "monitorare l'edilizia carceraria per rendere gli ambienti di detenzione  rispettosi della dignità della persona", a "monitorare un piano di  miglioramento di tempi, pasti e dell'assistenza connesso all'esercizio  della  libertà di religione" e di "fare in modo che venga applicata al meglio anche  per i detenuti stranieri la norma relativa alla territorialità della pena".

Riguardo l'ambito sanitario, "particolare attenzione dovrà essere data ai   detenuti malati di mente visto che il nuovo regolamento di esecuzione  prevede un'esplicita presa in carico degli stessi da parte dei servizi  territoriali competenti". “Con questo Protocollo - ha detto il Garante Angiolo Marroni – vogliamo far  sì che venga garantito il diritto alla sicurezza dei cittadini e il sostegno alle vittime del crimine. Ma vogliamo, anche, che non si dimentichi il  principio cardine per il quale qualsiasi intervento deve poggiare  sull'insieme dei diritti che non possono né devono venir meno neanche nelle  situazioni di restrizione come il carcere”.

 


Fonte: Redattore Sociale