Premiata “Anthology”, la piattaforma informatica per l’assistenza ai senza dimora


Pubblicato il 03.10.2012 in Rete Onds

Nata dal lavoro della cooperativa Europe Consulting all'interno dell'esperienza dell’Onds promossa da Ferrovie dello Stato, punta a creare una rete informatizzata per migliorare i servizi a chi vive nella marginalità. Il riconoscimento della Fondazione Sodalitas

Creare rete tra i servizi attraverso una piattaforma informatica che possa migliorare l’assistenza ai senza dimora e più in generale alle persone in condizione di marginalità estrema. È questa la sfida di “Anthology”, un’iniziativa ideata dalla cooperativa sociale Europe Consulting, che questo pomeriggio verrà premiata dalla Fondazione Sodalitas come miglior progetto della categoria Disagio ed Emarginazione sociale per il programma “Sodalitas Social Innovation: per nuove partnership profit – non profit”. La premiazione a Milano, dove si svolge oggi la seconda edizione di un’iniziativa che punta a promuovere la capacità progettuale del Terzo settore.
L’idea di una piattaforma pone le basi su un’esperienza pluriennale della cooperativa nella gestione del database dell’Ufficio Immigrazione di Roma Capitale, del database della rete nazionale degli Help Center all’interno dell’esperienza dell’Osservatorio nazionale sul disagio e la solidarietà nelle stazioni (Onds) promossa da Ferrovie dello Stato e del lavoro svolto assieme alla Sala Operativa Sociale dal Polo Sociale Roma Termini. Un progetto che propone una “metodologia condivisa di raccolta dati basata su una precisa ontologia informatica”. “Il progetto fino ad oggi è stato sostenuto soltanto da noi – spiega Alessandro Radicchi, presidente di Europe Consulting – e non ha ancora un sostegno economico. Ci auguriamo che il premio possa essere una vetrina per far conoscere il progetto a partner che possano sposare l’iniziativa”.
Anthology, specifica Radicchi, non è soltanto una “piattaforma informatica”, ma anche un tentativo di favorire “un passaggio culturale nel modo di concepire l’assistenza alle persone che esprimono un bisogno. Dove due organizzazioni oggi si parlano attraverso un fax per condividere le problematiche dell’utente, domani lo potranno fare in maniera diversa”. Per Radicchi, lo sviluppo tecnologico può essere di grande aiuto nella gestione delle problematiche sociali. “È un modo per dare maggiore attenzione alla persona – spiega -, evitando di andare a sottolineare ogni volta le mancanze e le problematiche degli utenti quando si rivolgono ai servizi e avendo subito un quadro chiaro di quella che è la persona che si rivolge ad uno sportello”. Le potenzialità del progetto sono enormi, aggiunge Radicchi. “Connettendo i servizi, Anthology permetterà di avere una fotografia sull’evoluzione del disagio e sarà in grado di determinare politiche per poter intervenire. Dobbiamo avere la consapevolezza in tempo reale dell’evoluzione del disagio. Questa è una cosa che già facciamo con l’Osservatorio in cinque stazioni come Roma, Napoli, Pescare, Firenze e Bologna”.
In Europa, di progetti che hanno puntato su piattaforme simili, sulle reti e la condivisione delle informazioni per quel che riguarda i senza fissa dimora ce ne sono, ma Anthology ha una sua peculiarità che lo rende unico su tutto il Vecchio continente. “In Gran Bretagna c’è Homless Uk, una realtà molto interessante – conclude Radicchi -. Ha un approccio molto simile a quello di Anthology, ma è basato su un unico sistema centralizzato. Se come organizzazione hai già una banca dati, devi abbandonarla per adottare il sistema centralizzato. Anthology, invece, si basa sull’utilizzo di mediatori che permettono al proprio sistema informatico di comunicare con gli altri, accordandosi sul linguaggio comune da utilizzare”.