La relazione della delegazione della Commissione europea dopo il sopralluogo in Sicilia.
Nei giorni scorsi una delegazione di 12 parlamentari europei si è recata a Lampedusa per visitare il centro di permanenza temporanea dell'isola. E ora un rapporto della delegazione della Libe (Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni della Commissione Europea) rende noto quanto visto e appreso dai dodici parlamentari. Quello che ne esce fuori è un quadro molto critico verso la gestione del centro, le omissioni e le mancanze riscontrate.
In particolare, la delegazione ha espresso le sue preoccupazioni a proposito delle espulsioni dei migranti verso la Libia, effettuata dal Governo italiano e ha considerato le condizioni di vita nel centro “precarie” e “totalmente inadeguate al flusso migratorio verso Lampedusa”. Non solo: la relazione evidenzia come le le autorità italiane abbiano manifestato “una trasparenza insufficiente dell'accesso ai documenti che certificano la situazione giuridica delle persone ospitate nel centro”. Per questo, la delegazione “aspetta dal Ministero dell'Interno italiano di ricevere i dati che riguardano le presenze nel centro ed i decreti di espulsione”. Infine, la delegazione chiede alla Commissione europea “di fare un rapporto al Parlamento europeo sulla missione che la Commissione stessa ha effettuato in Libia per verificare le condizioni dei centri di ritenzione dei migranti”.
La delegazione europea ha interrogato le autorità italiane per più di due ore per ottenere delle notizie relative alla struttura. In seguito, ha visitato il Cpt per circa un'ora e mezza e poi incontrato la stampa.
Ma cosa è emerso dall’ispezione?
“Le autorità italiane – è scritto nel rapporto - hanno informato i parlamentari della presenza quel giorno di 11 persone nel centro. La delegazione ha espresso tutto il suo stupore a questo proposito. Questa cifra non riflette infatti la realtà quotidiana del centro di Lampedusa. I parlamentari hanno raccolto anche numerose testimonianze di abitanti di Lampedusa, che hanno notato un traffico eccezionale di aerei militari nei giorni precedenti la visita della delegazione a Lampedusa”.
In questo contesto la relazione evidenzia come il Questore di Agrigento ha replicato che il giorno precedente c'erano 56 persone. E alla domanda su come mai nessuno era presente nel centro nelle 96 ore precedenti, le autorità hanno risposto citando il numero di arrivi: 200 persone il 21 agosto, 148 persone il 7 settembre, 29 persone l’11 settembre. “Ciò non chiarisce comunque – si legge - il numero totale di presenze durante i giorni precedenti la visita dei deputati”.
Non solo, la relazione evidenzia come i parlamentari non abbiano potuto visionare il registro delle presenze con gli arrivi e le partenze, “perché questi registri non erano nel centro, ma vicino agli uffici della prefettura di Agrigento. A parecchie riprese i delegati hanno chiesto di avere accesso a questi dati, senza tuttavia ottenere soddisfazione. Allo stesso modo è stato impossibile avere accesso ai decreti di espulsione che si trovano anche vicino alla prefettura di Agrigento”.
Le autorità hanno tuttavia dato altre cifre: la capacità del Cpt di Lampedusa si alza a 186 posti; nel 2004, 10.497 persone sono state accolte al Cpt di Lampedusa di cui 412 minorenni e 309 donne; la media giornaliera di presenza tra aprile ed ottobre si alza a 350-400 persone; in estate il centro ha dovuto, in certi giorni, accogliere fino a più di mille persone; la durata media di permanenza nel centro è di 4/5 giorni.
“Il Questore ha ammesso che la presenza di solamente 11 persone nel periodo estivo è da considerarsi eccezionale – si legge -. Tra ottobre e marzo il centro è quasi vuoto”.
E in relazione al testo della risoluzione del Parlamento europeo del 14 aprile 2005 sulle espulsioni collettive di migranti alle quali hanno proceduto le autorità italiane tra ottobre 2004 e marzi 2005, dell'isola italiana di Lampedusa verso la Libia, le autorità italiane hanno dato le seguenti cifre: dal 29 settembre 2004 al 8 ottobre 2004 sono arrivate a Lampedusa 1787 persone, di cui 544 hanno manifestato l'augurio di chiedere asilo e sono state trasferite immediatamente al centro di Crotone. Tra essi 181 hanno ottenuto un permesso di soggiorno temporaneo e 140 sono fuggite; 1153 (presunti tutti egiziani) sono stati mandati in Libia con 11 voli charter. Nessuna menzione per 90 che non rientravano in queste due categorie. Dal 13 al 21 marzo 2005 ci sono stati 1235 arrivi sull'isola, di cui 421 hanno manifestato l'augurio di chiedere asilo e sono stati trasferiti immediatamente al centro di Crotone. Tutti i 421 sono fuggiti con la forza del centro di Crotone con un'azione contro i Carabinieri. Tra gli altri, 494 sono stati respinti in Libia e 126 rimpatriati in Egitto.
Gestione del centro. La relazione della delegazione fa presente che il centro è gestito da una Ong che si chiama Misericordia che fornisce l'assistenza di base, la distribuzione dei pasti, dell'acqua e delle schede telefoniche, un'eventuale assistenza sanitaria di prima intenzione, ecc…. Il tutto con una squadra di nove persone che si danno il cambio per 3 turni quotidiani. Poi quella che sembra un’allusione: “Bisogna ricordare che il presidente dell'Ong, M. Daniele Giovanardi, è il fratello del Ministro italiano delle relazioni col Parlamento, M Carlo Giovanardi. Non abbiamo ottenuto risposta – affermano i membri della delegazione - in quanto ai termini della convenzione tra il Misericordia ed i ministeri dell'interno. Fonti esterne parlano di una somma che è passata da 21 a 85 euro per persona al giorno che l'associazione riceverebbe del ministero dell'interno, rispetto proprio ai 21 euro che riceveva l'amministrazione comunale quando era responsabile del centro”.
Procedura di accoglienza. Le autorità italiane hanno fatto una descrizione approfondita della procedura di accoglienza. A tal proposito si legge nella relazione: “Le autorità hanno affermato che la maggior parte delle persone che arrivano sono di nazionalità egiziana. Il fatto che la quasi totalità di migranti proverrebbe dall'Egitto ha sorpreso la maggioranza dei deputati. I parlamentari hanno espresso anche dei dubbi in quanto alla possibilità di identificare una persona dopo solamente alcuni minuti di colloquio e solamente in funzione dell'accento della persona e del colore della sua pelle”.
“Le persone che arrivano a Lampedusa non hanno documenti o possiedono documenti falsi – continua -. Nel centro, in teoria, le persone possono avere accesso ad un'assistenza giuridica, agli interpreti, nel rispetto delle loro credenze religiose. In realtà le persone ricevono un elenco coi nomi degli avvocati del foro di Agrigento che abitano in Sicilia e con cui è molto difficile mettersi in contatto”.
La relazione ricorda come il Cpt di Lampedusa è un centro di permanenza temporanea. “La durata media di permanenza nel centro sarebbe di 4/5 giorni. Se il giudice non decide così, l'emigrato può essere rinchiuso nel centro fino a 60 giorni. Nella pratica, se una persona manifesta la volontà di chiedere asilo, è trasferita al centro di accoglienza di Crotone. Per gli altri si applica la legge italiana relativa al respingimento alle frontiere. Le persone hanno diritto ad un colloquio individuale, ma se non chiedono asilo sono rimandate immediatamente in Libia o rimpatriate nel loro paese di origine.
Le autorità italiane hanno affermato che c'è in generale scarsa domanda di asilo e che la maggior parte di persone che arrivano a Lampedusa sono spinti da ragioni economiche. Ciò ha provocato lo stupore della maggioranza della delegazione che ha paragonato questa situazione a quella di altri paesi, in cui c'è un grande numero di richiedenti di asilo”.
“(…) Le autorità italiane hanno negato l'eventualità di ricorrere ai rimpatri collettivi. Hanno riaffermato il rispetto della legislazione internazionale ed europea in materia di protezione dei profughi e di rispetto di diritti dell'uomo”
I deputati hanno avuto accesso al centro con tutto lo staff, gli interpreti ed un accompagnatore per i parlamentari. Durante quasi due ore la delegazione ha potuto visitare tutta la struttura ed intrattenersi con le 11 persone che ospitava quello giorno. La relazione fa seguire una dettagliata illustrazione del centro e parla di colloqui avuti con gli 11 reclusi.
Ciò definito, la delegazione ha deciso, una volta tornata a Bruxelles, di mandare una domanda formale di notizie ulteriori al Governo italiano. Il Segretario di Stato, Gianpiero Di Alia si è detto pronto a trasmettere tutta la documentazione necessaria, così come ha partecipare ad una eventuale udienza in Commissione LIBE, se necessario.
Le notizie che la delegazione di LIBE vorrebbe ricevere riguardano: delle cifre più precise e dettagliate sulle presenze nel centro; le copie dei decreti di espulsione, particolarmente per il periodo coperto dalla risoluzione del 14 aprile 2005; copia dell'accordo tra l'Italia e le Libia per l'invio in Libia degli immigrati illegali; le cifre sulle persone mandate in Libia da inizio 2004.