Povertà, il volontariato non basta


Pubblicato il 06.10.2011 in News Sociale

“Il nostro impegno c’è, ma senza soldi non si va da nessuna parte”. Ludovico Abbaticchio non vuole vestire i panni del pessimista di turno ma rilanciare un tema ormai “emergenziale” da Nord a Sud dell’Italia. L’assessore comunale al Welfare stamane ha incontrato le numerose associazioni, gli enti e i volontari che si occupano di contrastare la povertà.

Per i dati non servono esperti o statistici, ma basta solo farsi una passeggiata tra i mercati e le vie cittadine per accorgersi dei nuovi poveri: c’è il pensionato che rovista nei cassonetti per cercare frutta e ortaggi parzialmente recuperabili o il 50enne senza lavoro che chiede spiccioli.

“In città – spiega l’assessore – abbiamo circa 400 poveri assoluti, quelli che non hanno di che vivere. Solo una parte è nota ai servizi sociali, l’altra (150 circa) vive di elemosina per strada e non ha una casa”. Eppure la rete comunale da tempo è attiva: 100 posti letto nel campo della Croce Rossa (in zona stadio Della Vittoria), 40 nel centro Andromeda e altri 10 al SoleLuna e numerosi pasti caldi offerti ad esempio da Caritas, Area 51, InConTra.

Ma adesso tutto ciò potrebbe non bastare se si considera il taglio di 2/3 dei fondi statali ai servizi sociali e l’imminente stagione invernale. Da qui l’appello di Abbaticchio: “Il lavoro encomiabile del volontariato cattolico e laico non può essere lasciato da solo. Chiediamo ai privati, alle grande aziende e alle grandi banche di intervenire, di darci una mano. Contrastare la povertà significa anche prevenire malattie, devianze sociali e fenomeni di illegalità”. Ma anche le istituzioni devono fare la loro parte: “Abbiamo numerosi immobili dismessi che potrebbero essere riutilizzati come centri di ricovero, di accoglienza. Penso all’ex ospedale militare Bonomo o agli spazi della Fiera del Levante”.

Poi ci sono i poveri relativi, quelli con redditi bassissimi, con sfratti esecutivi e con capifamiglia disoccupati, licenziati o in cassa integrazione. Di qui la necessità di istituire un centro comunale interassessorile con la cabina di regia affidata alla Ripartizione Erp per le emergenze abitative.

L’assessore plaude anche alla richiesta, avanzata da più parti, di istituire gli spacci comunali nei quali distribuire pacchi alimentari e cibo (ad esempio gli avanzi giornalieri di prodotti deperibili scartati a fine giornata da mercati e centri commerciali). “Va bene tutto – spiega – ma occorrono spazi e una corretta gestione del servizio”.

Abbaticchio attacca anche le decisioni “da prima Repubblica” del Governo: “La tanto proclamata social card per le famiglie con reddito inferiore ai 3.500 euro è solo una prebenda. Significa dare solo 45 euro al mese. Il fondo nazionale da 3,5 milioni potrebbe finanziare l’inclusione sociale dei ragazzi a rischio”.


Autore: Francesco Petruzzelli
Fonte: Barisera