A Napoli sono circa 1.500 i senza fissa dimora, la maggior parte dei quali non hanno scelto di trascorrere la propria esistenza in strada, ma sono stati costretti dalla durezza e dalle circostanze della vita. A fotografare la realtà degli 'ultimi' partenopei è la Comunità di Sant'Egidio che, con l'Arcidiocesi di Napoli, ha dato vita a una due giorni sugli 'Stati generali dell'Italia che sta accanto ai poveri'. "E' cambiata la geografia dei poveri - ha spiegato Antonio Mattone, portavoce della Comunità di Sant'Egidio di Napoli - la maggior parte delle persone in difficoltà viene da percorsi di vita 'normali'. Sono finiti in strada per aver perso il lavoro, la casa, per la fine di un matrimonio oppure per una malattia, ma non per scelta".
I 600-700 volontari della Comunità di Sant'Egidio della città, ogni settimana, distribuiscono mille pasti per circa 700 persone anche se mancano strutture ed è poca l'assistenza domiciliare soprattutto per gli anziani. "Le persone della terza età - ha concluso Mattone - rappresentano la vera emergenza per il futuro di Napoli che, pur essendo tra le più giovani città d'Italia, tra qualche anno conterà 160mila persone anziane. Servono, per questo, strutture adeguate in materia". "Il lavoro di cattolici e laici può essere condotto in tandem - ha assicurato Pina Tommasielli, neo assessore comunale alla Famiglia e alle Politiche giovanili - le porte di Palazzo San Giacomo saranno sempre aperte a tutte quelle forze pulite della società che vorranno darci una mano e collaborare per rendere migliore Napoli".