Piano inverno del Comune di Roma per le persone senza dimora


Pubblicato il 15.12.2005 in News Sociale

Bonadonna (Unità emergenza sociale): ''Gli ingressi nelle strutture avverranno in base ad una graduatoria di fragilità, attraverso la sala operativa''. 

Obiettivo dichiarato dell'Assessorato alle politiche sociali è quello di superare una logica dell'emergenza per approdare a un progetto pianificato di servizi alla persona, ovvero fare del ricovero per l'inverno un'"occasione di incontro" - così l'ha definita l'assessore Raffaela Milano - per la presa in carico presso servizi sempre più differenziati e coordinati. Ne abbiamo parlato con il responsabile dell'Unità Organizzativa Emergenza Sociale ed Accoglienza, Federico Bonadonna.

Partito il piano per l'inverno, con quali priorità verranno gestiti gli ingressi nelle strutture?

“Sempre in base ad una graduatoria di fragilità. Penso alle persone con più bisogno, madri con bambini, anziani, adulti fragili, sono le persone che avranno priorità all'accesso”.

Ma tecnicamente come saranno valutate le situazioni, esistono liste di attesa?

“No, non c'è una lista d'attesa, l'accesso è diretto e avviene attraverso la sala operativa sociale, che non prende di fatto una lista d'attesa, fa una valutazione delle necessità seduta stante e consente l'accesso. Anche i tempi di permanenza nei centri sono in base alle necessità, non c'è un tempo predisposto. All'inizio si danno 3-4 giorni di tempo per valutare il caso e poi si fa un progetto sul caso e si valuta e si consente permanenza nel centro”.

E come vengono raggiunte le persone che autonomamente non telefonano alla sala operativa sociale?

“Sono raggiunte dalle unità mobili, dai pulman della solidarietà e dalla rete del volontariato”.

Come coniugare l'importanza e la necessità di progetti personalizzati di reinserimento con la scadenza del piano inverno tra pochi mesi?

“Il piano inverno è solo una piccola parte dell'intervento complessivo per le persone senza fissa dimora. Le persone vivono sulla strada per 365 giorni l'anno. Il piano freddo si riferisce ad un intervento di riduzione del danno che la strada comporta. La maggior parte delle persone in condizione di fragilità anche gli altri anni sono state ricollocate nei centri stabili”.

Centri stabili che contano quanti posti?

“3100 posti”.

Lei ha sottolineato la priorità dei casi più fragili. Esiste un rischio di tagliare fuori chi ha un disagio di natura minore, penso agli sfrattati, penso agli ultracinquantenni non specializzati che perdono lavoro. Occorrono interventi mirati per questa categoria di persone senza dimora?

“Credo che le politiche di intervento per le persone senza fissa dimora non possono compensare in alcun modo le politiche in generale del governo centrale. Non si può pensare di risolvere un fenomeno globale con interventi locali in particolar modo con interventi dedicati alle persone più esposte e più fragili. E' chiaro che sulla strada sempre più abbiamo persone che hanno perduto le reti sociali. Questa fragilizzazione dei diritti cittadinanza, questa fragilizzazione in senso globale dei diritti sociali è sicuramente un problema che si riversa sulla strada. Infatti non si può più parlare solo di povertà estrema ma piuttosto di un incrocio di vulnerabilità sociale e povertà estrema”.


Autore: gdg
Fonte: Redattore Sociale