Il presidente della Fio.Psd interviene al convegno di chiusura dell’Anno europeo di lotta alla povertà: tutela universale contro la povertà e sostegno specifico contro l’emarginazione gli ingredienti fondamentali per aiutare chi non ha un tetto.
ROMA – “L’obiettivo di sconfiggere l’homelessness è possibile, così come è possibile che i diritti delle persone senza dimora, in quanto persone e cittadini, siano affermati finalmente nella pratica e non solo sulla carta: si tratta di decidere se ci vogliamo credere o no”. Così Paolo Pezzana, presidente della Fio.Psd, la Federazione italiana organismi per le persone senza dimora, durante il suo intervento al convegno che conclude a Milano, su iniziativa del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, l’Anno europeo di lotta alla povertà e all’esclusione sociale. Due, secondo il presidente della Fio.Psd, gli ingredienti fondamentali per combattere un problema grave come quello che colpisce chi non ha un tetto sotto cui rifugiarsi: la “tutela universale contro la povertà” e “il sostegno specifico contro l’emarginazione”.
“Il grado di civiltà di un Paese si misura anzitutto dal modo in cui esso tratta i propri cittadini più deboli”, ha detto Pezzana, ricordando la necessità di “un’azione efficace di contrasto al fenomeno”. Un’azione tanto più impellente anche considerando “l’aumento di richieste di intervento a servizi di prima necessità, come mense e centri di distribuzione”. Nel corso del suo intervento, Pezzana ha commentato anche i primi dati della ricerca sulla realtà delle persone senza fissa dimora e dei servizi loro riservati, promossa dal ministero del Welfare, cofinanziata da Caritas Italiana ed effettuata da Istat e Fio.Psd. Dai dati – ha detto – emerge un divario tra le diverse aree del paese “meno eclatante di quanto ci si sarebbe potuti aspettare almeno sino a qualche anno fa”, quando la mancanza di servizi rappresentava “una delle cause principali che le persone senza dimora emigrate al Nord dichiaravano come motivazione del loro spostamento”. Quanto alla maggiore rappresentatività delle organizzazioni del privato sociale rispetto agli enti pubblici (rispettivamente 76,2% e 23,8%), il presidente della Fio.Psd ha parlato di “una modalità di welfare mix piuttosto peculiare e significativa, specie ove si consideri che molti dei servizi privati censiti dichiarano di usufruire in qualche forma di contributi pubblici”.
Un altro aspetto significativo è la “mortalità” delle realtà che si occupano dei senza dimora, soprattutto per quanto riguarda qui servizi piccoli ed informali che, negli ultimi dieci anni non sono riusciti a proseguire la propria attività. “Può essere indice – ha spiegato Pezzana – di una certa concentrazione degli interventi, che potrebbe essersi verificata mano a mano che i servizi territoriali per le persone senza dimora sono andati sistematizzandosi e regolamentando la loro attività”. Altrettanto significativo è però il dato delle new entry, ovvero nuovi i servizi erogati dal 24,5% degli enti contattati durante il percorso di indagine, che la ricerca ha permesso di scoprire. “La buona conoscenza del territorio locale” ha affermato Pezzana, si conferma così “un elemento di informazione prezioso e, spesso, un potente strumento per realizzare percorsi di rete e di sistematizzazione degli interventi”.
Secondo il presidente della Fio.Psd, infine, la ricerca mette in luce due esigenze principali sui cui entrambi gli attori del settore pubblico e privato sono chiamati ad attivarsi: potenziare il lavoro di rete, superando “molti dei preesistenti steccati” e dare maggiore “riconoscimento e voce” a un settore che “rappresenta già una parte importante del paese e del suo sistema di servizi sociali e civili”.