Giudicato fallimentare l'approccio in chiave emergenziale: "Recepire davvero le indicazioni dell'Unione Europea che chiede una politica ambiziosa di interventi"
ROMA – Il freddo non è un'emergenza. Ne è convinto Paolo Pezzana, il presidente della Federazione italiana organismi per le persone senza dimora, che denuncia il fallimento dell'approccio in chiave emergenziale. “Esiste una grande distanza – spiega – tra gli appuntamenti e gli obiettivi dell'Unione Europea e quello che accade ogni giorno nella cruda e drammatica realtà. L'Unione Europea ci dice che combattere l'homelessness è possibile. Per fare ciò occorre che le risposte ed il sistema dei servizi possano essere inseriti entro un quadro ed una strategia di politiche da attivarsi a livello europeo e nazionale. Politiche capaci non solo di dare una risposta ai bisogni primari, ma di porsi l'obiettivo di aiutare le persone a uscire dalla marginalità e di attivare azioni di prevenzione”. Per Pezzana è necessario “recepire davvero le indicazioni dell'Unione Europea che chiede una politica ambiziosa di interventi per il contrasto della marginalità e della povertà dei senza dimora”.
Il Parlamento europeo ha indirizzato, in occasione della fine del 2010, un ulteriore invito di intervento alla Commissione europea e al Consiglio d'Europa per la creazione di politiche efficaci di contrasto alla homelessness, ricorda Pezzana. Il Parlamento si è espresso quindi con la Dichiarazione 61 che delinea nettamente alcuni “no”: evitare che nessuno dorma all'addiaccio; che nessuno viva in sistemazioni di emergenza utilizzate oltre il periodo di "emergenza"; che nessuno viva in sistemazioni temporanee utilizzate oltre il periodo necessario per trovare un alloggio definitivo; che i cittadini non ottengano opzioni in materia di alloggio dagli istituti competenti; che i giovani perdano l'alloggio a seguito della transizione verso la vita indipendente.
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