Solo nel 2006 sono state più di 2 mila le persone che si sono rivolte ai 9 ''Punti di promozione''. Duca: ''E’ importante che i volontari trovino l'associazione giusta rispetto alle loro aspettative e capacità''.
Per fare il volontario non basta il desiderio di aiutare gli altri. Bisogna innanzitutto scegliere l'associazione giusta che sappia valorizzare al meglio capacità e attitudini e, poi, ci vuole una formazione costante. Solo nel 2006 sono state più di 2 mila le persone che si sono rivolte ai 9 "Punti di promozione" del Ciessevi di Milano perché volevano fare volontariato e hanno chiesto un colloquio di orientamento. Il 61% erano donne. La voglia di volontariato sembra non avere età: il 35% di chi si è rivolto ai "Punti di promozione" aveva un'età fra i 19 e i 29 anni, il 23% fra i 30 e i 54 e il 17% fra i 55 e i 64 anni. Gli anziani (over 64 anni) erano il 14%. Per loro e per le associazioni il Ciessevi di Milano e la Provincia hanno realizzato un vademecum per l'orientamento dal titolo "Volontariato, a ciascuno il suo".
"Oggi i volontari cercano anche una realizzazione di se stessi in quello che fanno a favore degli altri - spiega Gianfranca Duca, coordinatrice area Promozione del Ciessevi di Milano -.È quindi importante che trovino l'associazione giusta rispetto alle loro aspettative e capacità e che possano ricevere una formazione adeguata". Il vademecum verrà presentato domani a Milano, alle ore 17.30, al Nuovo spazio Guicciardini in via Macedonio Melloni 3. Oltre a Gianfranca Duca, interverranno Lino Laccagnina, presidente del Ciessevi di Milano, Ezio Casati, assessore provinciale al Volontariato, Eugenia Montagnini, docente di sociologa dell'Università Cattolica di Milano, Annamaria Terzaghi, dell'Associazione volontari di Caritas Ambrosiana e Jacopo Zotti, volontario e studente.
Quattro i capitoli che suddividono le cento pagine del vademecum: "il senso del volontariato", "le motivazioni", "orientamenti al volontariato" e "il ruolo delle associazioni". "È uno strumento che abbiamo pensato per aiutare le associazioni a 'curare' i propri volontari -sottolinea Gianfranca Duca-. Spesso si lamentano di averne pochi e del fatto che dopo un po' di mesi se ne vanno. Dobbiamo chiederci però se abbiamo loro offerto qualcosa o se li abbiamo considerati solo uno strumento per raggiungere gli obiettivi dell'associazione". Sono i volontari stessi i primi a chiedere formazione. "Quando ho iniziato con l'Anffas di Cinisello Balsamo avevo 15 anni -spiega Jacopo Zotti, oggi ventunenne universitario-. Eravamo un gruppo di amici che facevano volontariato anche per il gusto di stare insieme. Per noi erano stati importanti gli incontri di preparazione organizzati all'interno del nostro liceo, che ci avevano aiutati a fare la scelta di dedicare un po' del nostro tempo agli altri. Ho continuato a fare il volontario perché ho potuto seguire corsi e rinnovarmi". Nel vademecum ci sono consigli su come stendere un progetto di formazione e su come fare il colloquio agli aspiranti volontari e individuare le loro attitudini. "Nessuna associazione può pensare oggi di contare solo sulla buona volontà dei volontari -aggiunge Gianfranca Duca-. Bisogna agire sulle loro motivazioni e sulla loro preparazione".
Redattore Sociale