Il Sindacato autonomo degli infermieri evidenzia la ''penosa situazione in cui versa la medicina penitenziaria''. Lanciato un appello e promosso presidio permantente davanti al Dap con sciopero della fame e della sete.
Da qualche giorno il Dr. Margara, Garante dei diritti dei detenuti e delle detenute di Firenze, al quale in segno di solidarietà si sono aggiunte diverse personalità, sta attuando lo sciopero della fame per attirare l’attenzione sulla drammatica situazione nelle carceri. Solidarizziamo in pieno con l’azione del Dr. Margara e crediamo che sia utile ribadire la penosa situazione in cui versa la medicina penitenziaria”. A parlare è il Sai, il Sindacato autonomo degli infermieri, che cita i motivi alla base della situazione. Lo fa con un appello a firma del Segretario nazionale, Marco Poggi, e del vice segretario Sandro Quaglia.
“Mancanza di progettualità assistenziale che noi infermieri chiediamo da anni – si legge nella nota/appello del Sai -; mancanza di corsi di aggiornamento per gli infermieri penitenziari che chiediamo da anni; disinteresse assoluto su qualsiasi tematica assistenziale presentata al Ministro della Giustizia; silenzio ed assoluta mancanza di volontà sul passaggio della medicina penitenziaria alle AA.SS.LL. per un assurdo arroccamento a salvaguardia dei medici incaricati e dei loro privilegi; depauperamento costante delle somme assegnate alle aree sanitarie degli istituti di pena; assoluto disprezzo della professionalità e dignità degli infermieri”.
Continuano gli infermieri penitenziari: “Molto altro ci sarebbe da scrivere ed è anche per questo e non solo per una mera protesta sindacale che dal 5 al 7 ottobre il segretario nazionale ed il suo vice faranno un presidio permanente davanti al DAP in Largo Luigi Daga 2 a Roma con sciopero della fame e della sete per vedere di sensibilizzare, chi già per dovere istituzionale dovrebbe esserlo, sulla gravità del problema e per un democratico confronto per il suo superamento”.
“In funzione di quanto sopra – conclude il Sai -, facciamo appello a tutte le istituzioni, ai politici, ai colleghi, e a tutte le persone comuni ancora credono che un mondo democratico fatto di umanità e civiltà e a tutti coloro che credono nella validità della nostra costituzione e a coloro che hanno nella loro convinzione che lo stato ha il dovere di punire ma non il diritto di vendicarsi e per una pena che sia realmente espiativa e non affittiva.
Pertanto ribadiamo la richiesta di una vostra adesione al nostro appello tramite telefonino ai numeri 348 8473294, 339 5936403 o per e-mail a [email protected], [email protected], [email protected]”.