Francesco ha ricevuto i dipendenti di Ferrovie dello Stato Italiane: «Grazie per la vostra carità verso gli ultimi. L’ostello della Caritas alla stazione Termini e gli “help center” ne sono una prova»
«Ricordiamo tutti i morti sul lavoro. E facciamo in modo che questo, per quanto dipende da noi, non debba più accadere». Papa Francesco ha ricevuto sabato i dipendenti delle Ferrovie italiane ha ricordato i morti durante la messa in opera della rete ferroviaria italiana. «(...)
«Ascolto, soccorso e assistenza»
Il Papa ha poi parlato degli «Help center», nati dalla collaborazione tra Ferrovie, Enti locali e Terzo settore: li ha definiti «sportelli-antenna», che «permettono a chi è in difficoltà di trovare ascolto, soccorso e assistenza». E ha rilevato che «la storia delle Ferrovie italiane attesta anche una speciale attenzione nei confronti dei più poveri, con varie iniziative di solidarietà, antiche e recenti». Come quella dell’Ostello presso la Stazione Termini, dove venerdì lo stesso Papa ha aperto la Porta della Carità e lo sportello per gli ultimi dedicato a Don Luigi Di Liegro, fondatore della Caritas di Roma. «Questa struttura - ha rimarcato papa Francesco - è stata rinnovata dalle Ferrovie in collaborazione con la Caritas diocesana. Cinque anni fa Benedetto XVI - ha ricordato - posò la prima pietra all’inizio dei lavori per approntare i nuovi locali. Questo Ostello, che accoglie quotidianamente centinaia di ospiti, e sta predisponendo anche il servizio di accoglienza diurna, svolge un’opera essenziale in un luogo della città dove spesso si radunano le persone in cerca di un riparo». E ha aggiunto: «Attraverso la vostra opera, le Ferrovie possono contribuire a tenere unito il Paese non solo dal punto di vista della geografia ma anche da quello sociale, contribuendo a evitare che qualcuno rimanga indietro, e che si accentui il divario tra chi è abbiente e chi manca di tutto».
«Quella carezza che guarisce»
Occuparsi degli ultimi, come accade all’Ostello di Termini, è un atto di misericordia e il Papa lo ha sottolineato: «Di un po’ di misericordia abbiamo bisogno tutti. Soprattutto in questa terza guerra mondiale che è scoppiata a pezzi». E poi: «Quante guarigioni fa una carezza. E’ una medicina di cui ognuno ha urgente bisogno. Essa fluisce in modo continuo e sovrabbondante da Dio, ma dobbiamo anche diventare capaci di donarcela a vicenda, perchè ciascuno possa vivere in pienezza la sua umanità. Proprio a questo ci richiamano le Porte Sante, che in questi giorni vengono aperte in tutte le diocesi del mondo. L’Anno Santo, che è iniziato da pochi giorni, ci insegni anzitutto questo, e imprima nella nostra mente e nei nostri cuori che la misericordia è la prima e la più vera medicina per l’uomo».