Da Milano a Catania i servizi garantiti grazie agli interventi integrati tra Ferrovie dello Stato, Comuni e privato sociale
ROMA - "Oggi abbiamo raggiunto, seppur inaspettatamente, un obiettivo importantissimo, siamo stati ascoltati ed ufficializzati dall'Anci e dalle Ferrovie dello Stato come rete nazionale degli Help Center. Ciò significa che la rete dell"Osservatorio esiste e sta cominciando a muoversi”. Questa la felice conclusione a cui è giunto stamane Alessandro Radicchi, direttore dell’Osservatorio Nazionale sul Disagio e la Solidarietà nelle stazioni italiane (Onds), nel corso del convegno “La città nella stazione”, che si è svolto a Roma e durante il quale c’è stata una verifica di quanto finora realizzato nell’ambito della rete degli Help center (ovvero le strutture di accoglienza sociale presenti all’interno delle stazioni ed istituite grazie ad un accordo siglato tra Anci e Ferrovie dello Stato). Tantissime le potenzialità della rete creata dall’Osservatorio, secondo Radicchi, “ci sono buone prassi che possono essere utili a tutti, basta metterle a sistema”. Per crescere serviranno fondi e momenti di formazione. Per aderire, al momento, ha specificato, basta riconoscersi nella Carta dei Valori stabilita l’anno scorso, non c’è alcun documento da firmare, per cui anche quelle realtà che già esistono ma non hanno ancora il nome di Help Center non devono far altro che presentarsi e farsi inserire nel sito di riferimento. “Nessuno di noi ha sposato un marchio – ha dichiarato da parte sua Luca Pacini, responsabile del Dipartimento immigrazione dell’Anci – , la politica della nostra associazione è quella di salvaguardare i territori nella loro specificità. Le uniche linee guida che dovrebbero guidare tutti, aldilà del nome, sono quelle espresse dalla Carta dei valori. I Comuni da sempre collaborano con il privato sociale per gestire le azioni legate al welfare, non facciamo che riproporre questo accordo. Esiste un patrimonio di buone prassi che va salvaguardato e messo in rete”.
Roma – Alla Stazione Termini, ha spiegato l’assessore capitolino alle Politiche Sociali, Raffaela Milano, è nato il primo Help Center come collaborazione tra le Ferrovie dello Stato ed il Comune, ma esisteva già un Ostello della Caritas. “E’ un centro importante – ha sottolineato – per non far cronicizzare i problemi, ma prendersi carico delle persone con disagio e 'smistarli' presso i vari servizi presenti in città. L’Help Center è la punta avanzata della Sala Operativa Sociale”. A Roma, ha continuato la Milano, oltre a Termini esistono altre stazioni, altre piccole realtà di cui farsi carico e dove transitano persone che presentano situazioni più cronicizzate. “L’Osservatorio è utile anche per gli amministratori locali – ha dichiarato - , grazie ad un lavoro di rete si possono intercettare situazione nuove, anche singole, come una fuga, che vengono risolte grazie all’occhio sociale presente dentro la stazione”. Il Comune di Roma, ha specificato, è interessato ad andare avanti nella collaborazione con le Ferrovie dello Stato, vista anche la buona apertura da parte dell’amministratore delegato. “Le politiche sociali – ha concluso l’assessore - devono occuparsi non solo dei più fragili, ma delle situazioni critiche della quotidianità”.
Milano – L’Help Center della Stazione Centrale esiste dal 14 febbraio 2000. Secondo il relatore, serve però una maggiore integrazione tra gli erogatori di servizi della zona, "Comune e Terzo Settore devono imparare a collaborare sempre di più, per non disperdere le energie, che sono tante, ma ci sono anche tante richieste". Due le azioni più importanti da realizzare: sviluppare maggiormente l’offerta di alloggi e dell’educativa di strada, ossia dei servizi on the road, per non lasciar tagliate fuori le ''persone che non riescono a risollevarsi dallo stato sub-umano in cui sono finite''. Sono in media 800 i posti letto per i senza dimora garantiti dalla città.
Napoli – L’Help Center della Stazione Centrale è operativo da dicembre 2006, ha spiegato il coordinatore Antonio Barbato, ed “è un esempio felice di intervento integrato tra Ferrovie dello Stato, Comune e privato sociale”. Il lavoro è andato in due direzioni, ossia capire come costruire una rete con il territorio e quali sono i problemi della stazione di Napoli, che è grande. E si è riscontrato che esiste “una tipologia di persone non facilmente classificabili, ci sono tante forme di disagio che possono sfuggire”. I problemi maggiori sono quelli relativi a lavoro e alloggio, seguiti dalla tossicodipendenza e dall’alcolismo. “L’Help Center – ha sottolineato Barbato – non deve essere un ufficio, ma un luogo, uno spazio in cui ci sia la volontà di fermarsi e pensare cosa vogliamo fare. Vorremmo una capacità di guardare più lontano, di progettare, l’HC come un’appendice attiva che stimola, fornendo un servizio all’utenza e supporto agli enti comunali”.
Catania – Qui l’Help Center della Stazione Centrale ha aperto il 10 dicembre, gestito dalla Caritas Diocesana, ed ha avuto finora risultati positivi, con 900 contatti ricevuti. Propone un punto di pronto soccorso sociale ma anche un punto diurno con servizi come mensa, ascolto, orientamento lavorativo. Le persone che a Catania presentano maggiori disagi, infatti, non sono tanto le persone anziane, quanto gli immigrati che hanno bisogno di trovare occupazione. (vanessa postacchini)
Redattore Sociale