''Oltre il campo sosta'': case popolari, cascine, autocostruzione. E tanto accompagnamento sociale


Pubblicato il 09.10.2006 in News Sociale

L'Aizo celebra i 35 anni di attività con un convegno sulle soluzioni abitative per gli zingari. E avanza le sue proposte per andare ''oltre'' le 180 aree di sosta autorizzate in Italia (di cui 4 a Torino).

I quartieri vivono oggi situazioni di grave sofferenza nelle relazioni fra persona e persona. E la tendenza dei cittadini a isolarsi, ad escludere la registriamo purtroppo a vari livelli, non solo quando bisogna affrontare i comitati inferociti perché c’è il problema di un’area sosta per i rom. Così chiediamo al Comune di Torino di mettere in circolazione il sapere accumulato in questi anni nel lavoro con rom e sinti e per le aree di sosta. Ma anche di non trascurare gli interventi di ‘accompagnamento sociale’. L’accompagnamento continua a rimanere in una posizione ancillare rispetto agli interventi strutturali, ma così facendo anche questi ultimi rischiano di essere vanificati. Ne sono convinta: l’accompagnamento sociale è indispensabile per ricostruire legami nei quartieri. E dev’essere professionale”.

Le periferie, gli zingari, le paure dei cittadini. E un ammonimento alla metropoli. Eleonora Artesio, assessore alla Solidarietà sociale della Provincia di Torino, nei giorni scorsi è intervenuta così al convegno “Rom e sinti: oltre il campo sosta, esperienze italiane ed europee a confronto”. Un convegno organizzato dall’Aizo (Associazione zingari oggi) in occasione del 35° anno di fondazione e in una sede significativa: il nuovo “campo” rom di via Germagnano, a Torino, un villaggio dignitoso, per quanto collocato all’estrema periferia, nei pressi della mega-discarica cittadina.

Durante i lavori del convegno, centrati sulle soluzioni abitative per gli zingari che vivono la fase di transizione di questi ultimi decenni, è emersa in particolare la necessità di considerare un ventaglio di opportunità, a seconda delle esigenze dei vari gruppi e, spesso, delle singole famiglie all’interno dei gruppi. Ad esempio, si va dai grandi campi (o nelle situazioni migliori villaggi) a quelli di dimensioni più ridotte per 30-40 persone. In Italia le aree di sosta autorizzate sono circa 180. A Torino sono 4 e ospitano 189 famiglie di rom e sinti, ma esistono anche insediamenti irregolari (quello sulle rive del torrente Stura è stato oggetto, lo scorso inverno, dell’intervento umanitario “Emergenza freddo” coordinato dal Comune); mentre gli sgomberi dalla metropoli hanno posto nuovi problemi a vari comuni dell’hinterland e della provincia. In particolare, di recente hanno dovuto assumersi una responsabilità diretta le amministrazioni di Moncalieri, La Loggia, Borgaro, Rivalta e Orbassano. Sempre su scala locale sono ancora poco più che un’idea un “Progetto cascine” e una proposta di normativa per favorire l’“autocostruzione”.

Ma in tema di “habitat”, cioè le soluzioni abitative, sono emerse anche le articolate proposte dell’Aizo. L’associazione, composta di zingari e non-zingari, è nata nel 1971 a Torino su delega di 431 famiglie sinte, oggi è presente in 60 città di 13 regioni italiane ed è federata con la Romani Union. Le proposte dell’Aizo per il problema abitativo sono le seguenti: garantire il nomadismo per quanti lo praticano ancora, prevedendo nei piani urbanistici spazi di sosta temporanei; riconoscere agli zingari il diritto di organizzare il proprio spazio abitativo; considerare soluzioni diversificate quali, ad esempio, il riadattamento di vecchi cascinali o la creazione di villaggi in autocostruzione; favorire l’acquisizione di terreni privati; favorire l’inserimento nelle case popolari di coloro che lo desiderano attraverso adeguati progetti di accompagnamento sociale; infine, su piano più generale, mettere a punto una legge quadro nazionale per la tutela e la promozione di rom e sinti.

In occasione del suo 35° anniversario, l’Aizo ha pubblicato un numero speciale del bimestrale “Zingari oggi” che, oltre a un’intervista-testimonianza con la presidente Carla Osella (una delle figure di riferimento per il “sociale” italiano negli ultimi 30 anni), traccia un bilancio sintetico su vari aspetti della “questione zingara” in Italia e in Europa con analisi e testimonianze.

 

Redattore Sociale


Autore: Gg