Occupazione sotto la media Ue, un giovane su 4 a casa


Pubblicato il 19.01.2011 in News Sociale

 

In Italia è occupato il 57,5 per cento della popolazione nella fascia di età 15-64 anni mentre resta preoccupante il dato sulla disoccupazione giovanile: un ragazzo su quattro è senza lavoro.

In 'Noi Italia', il dossier con cui l'Istat disegna il quadro del Paese attraverso 100 statistiche, viene spiegato come permangono notevoli le differenze di genere: le donne occupate sono il 46,4 per cento, gli uomini il 68,6. Nel 2009, sono sempre dati Istat, il tasso di occupazione è diminuito di 1,2 punti percentuali rispetto al 2008 dopo un lungo periodo di crescita, tornando ai livelli del 2005. I livelli dell'occupazione nazionale restano ben al di sotto delle medie europee, soprattutto per quando riguarda la componente femminile. Il tasso di occupazione della popolazione in età 55-64 anni è pari al 35,7 per cento, in aumento rispetto al 2008 e in controtendenza rispetto a quanto avvenuto per l'occupazione nel suo complesso.

Il tasso di inattività della popolazione tra i 15 e i 64 anni nell'Unione europea è pari al 28,9 per cento. L'Italia, con il 37,6 per cento, si colloca al terzo posto della graduatoria a 27 paesi. Spicca il valore particolarmente elevato dell'inattività femminile (48,9 per cento). Capitolo giovani: nel nostro Paese il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) è pari al 25,4 per cento, in aumento di oltre quattro punti rispetto all'anno precedente e superiore a quello medio dell'Unione (19,8 per cento). La quota di unità di lavoro irregolari è pari all'11,9 per cento. Nel Mezzogiorno può essere considerato irregolare quasi un lavoratore su cinque; nell'agricoltura circa uno su quattro.

 

Per approfondimenti:

L'Italia è ancora un paese per vecchi: senza lavoro un giovane su quattro

L'Italia è ancora un paese per vecchi, ma qualcosa sta cambiando: in alcune Regioni, infatti, l'indice di vecchiaia è in calo.

Così come 'leggere' il Belpaese vuol dire imbattersi in punti di forza ("l'efficienza energetica; la speranza di vita che continua a crescere") ma anche in ormai annose debolezze (una sorta di welfare privato garantito dall'impegno delle famiglie e tassi di natalità dovuti solo ai cittadini immigrati). A disegnare il quadro della situazione socio-economica nazionale è l'Istat, che presenta 'Noi Italia', dossier che attraverso 100 statistiche tematiche mette insieme "i diversi aspetti economici, sociali, demografici e ambientali del nostro Paese, della sua collocazione nel contesto europeo e delle differenze regionali che lo caratterizzano". O, più semplicemente, seleziona, "tra migliaia di dati che pubblichiamo, gli indicatori con cui sintetizzare la situazione del paese". Dati e valutazioni, raccolti in 120 schede e distribuiti su 19 settori di interesse, si possono consultare in modo ragionato per settori e per singole schede, scaricare su un foglio elettronico e approfondire con i link presenti in ogni pagina.

Secondo il presidente dell'Istat, Enrico Giovannini, da 'Noi Italia' viene fuori, del paese, una "immagine in cui ci sono punti di forza e punti di debolezza. Tra i punti di forza abbiamo l'efficenza energetica, che è abbastanza buona. Abbiamo il fatto che la speranza di vita continua a crescere, quindi le condizioni sanitarie, igeniche, di alimentazione continuano a far sì che gli italiani vivano piu a lungo. Ma abbiamo anche una popolazione in cui il tasso di natalità cresce, anche se leggermente, ma cresce. Soprattutto grazie agli immigrati. Abbiamo, infatti, una popolazione straniera in aumento. Abbiamo una situazione economica che nel 2008/09 è stata difficile e ha portato un mercato lavoro con una perdita secca dell'occupazione, soprattutto giovanile. Ma abbiamo però delle famiglie che sono riuscite a fare da ammortizzatore sociale, anche se dobbiamo chiederci: ma per quanto ancora ci riusciranno? Abbiamo un sistema produttivo che ha punti di forza e punti di debolezza. Le esportazioni stanno ricominciando a crescere, soprattutto negli ultimi mesi. Ma alcuni settori sono ancora molto indietro e in generale la produzione industriale è nettamente più in basso che prima della crisi. Potremmo continuare così: il nostro è un paese complesso, e va letto nella sua complessità".

Con le sue 800 pagine, 'Noi Italia' potrebbe ricordare l'annuario che l'Istat stesso pubblica ogni 12 mesi: "Sono 840 - precisa il presidente dell'istituto di statistica - ed è una selezione di dati. Un annuario è una enciclopedia. Non tutti hanno però voglia e tempo di leggerla. 'Noi Italia' è il tentativo di lettura integrata di fenomeni più importanti, con due elementi chiave: un confronto internazionale, quindi come si pone l'Italia rispetto agli altri paesi; ma anche un confronto tra le regioni stesse. Questo è il tentativo di sintesi. Parliamo di numeri non nuovi, ma sistematizzati secondo una chiave di lettura per cui sono convinto che se un italiano semplicemente scorresse i grafici collocando l'Italia verso gli altri paesi europei, e la propria regione verso le altre regioni, si potrebbe fare un salto straordinario di informazione al cittadino che secondo me cambierebbe i rapporti, il modo di pensare".

Tra i capitoli di 'Noi Italia' ci sono la sanità, l'istruzione, l'ambiente e la popolazione. Per quanto riguarda quest'ultimo, "l'Italia è il quarto paese per dimensione demografica con quasi il 12 per cento dei circa 500 milioni di abitanti dell'Unione europea. Dal 2001- si legge nel dossier - la popolazione ha ripreso a crescere al ritmo di 0,7% l'anno, per effetto della crescita delle nascite e, soprattutto, dell'immigrazione". Riguardo l'anzianità della popolazione, viene inserita tra quei fenomeni "che sono in evoluzione". A livello nazionale "dal 1^ gennaio ci sono 144 anziani ogni 100 giovani; in Europa, solo la Germania presenta un indice di vecchiaia più accentuato. La regione più anziana è la Liguria". Ci sono, però, regioni come quelle nel nord est del paese in cui l'indice della vecchiaia è in calo "perchè ad esempio l'immigrazione si concentra in quell'area. Ma, spiega Giovannini, "ci sono poi regioni del Mezzogiorno dove il tasso è alto ma poi si perdono i giovani che si trasferiscono nel Nord-Est".
Sul fronte occupazione l'Italia registra un 57,5 per cento nella fascia di età 15-64 anni mentre resta preoccupante il dato sulla disoccupazione giovanile: un ragazzo su quattro è senza lavoro. Le donne occupate sono il 46,4 per cento, gli uomini il 68,6. Nel 2009, sono sempre dati Istat, il tasso di occupazione è diminuito di 1,2 punti percentuali rispetto al 2008 dopo un lungo periodo di crescita, tornando ai livelli del 2005. I livelli dell'occupazione nazionale restano ben al di sotto delle medie europee, soprattutto per quando riguarda la componente femminile. Il tasso di occupazione della popolazione in età 55-64 anni è pari al 35,7 per cento, in aumento rispetto al 2008 e in controtendenza rispetto a quanto avvenuto per l'occupazione nel suo complesso.

 

Istat: 10 su cento in condizioni di povertà

Nel 2009, le famiglie italiane in condizioni di povertà relativa sono il 10,8 per cento di quelle residenti.

Si tratta di 7,8 milioni di individui poveri, il 13,1 per cento della popolazione residente. La povertà assoluta coinvolge il 4,7 per cento delle famiglie, per un totale di 3,1 milioni di individui. È quanto si ricava da 'Noi Italia', dossier statistico dell'Istat. Nel 2008, circa il 61 per cento delle famiglie residenti in Italia ha conseguito un reddito netto inferiore a quello medio (29.606 euro, circa 2.467 euro al mese). La distribuzione più diseguale si rileva in Sicilia, Campania, Lazio e Molise. Sempre nel 2009, il 15,3 per cento delle famiglie residenti in Italia presenta almeno tre delle difficoltà considerate nel calcolo dell'indice sintetico di deprivazione. Il panorama regionale, sottolinea l'Istat, "mette in evidenza il forte svantaggio dell'Italia meridionale e insulare, con valori più che doppi rispetto alla media nazionale".


Fonte: DIRE - Redattore Sociale