Nuova sede a Roma della "Casa di Cristian", Centro Caritas per madri e bambini in difficoltà


Pubblicato il 23.09.2012 in News Sociale

È stata inaugurata ieri pomeriggio a Roma dal cardinale vicario Agostino Vallini, la nuova sede della “Casa di Cristian”, comunità di accoglienza della Caritas diocesana per mamme e bambini senza fissa dimora. 

La struttura, nata in occasione del Giubileo del 2000, sarà ospitata nella sede delle suore “Figlie di Cristo Re”, nel quartiere periferico romano di Tor Fiscale. Sulle attività e la storia di questo centro d’accoglienza, Michele Raviart ha intervistato mons. Enrico Feroci, direttore della Caritas diocesana di Roma:

R. – La “Casa di Cristian” è una struttura che accoglie mamme e bambini. Questo servizio è iniziato nel 2000, quando con l’Anno Santo, l’idea dell’accoglienza a Roma era molto forte, soprattutto per le realtà di grande bisogno, di difficoltà. Nel nostro servizio notturno, per essere vicini a coloro che vivono per la strada, abbiamo cominciato a notare che c’erano anche mamme con bambini. Ora le figlie di Cristo Re che hanno una struttura vicino la via Appia ci hanno messo a disposizione metà della loro casa.

D. - Quante persone accoglie questa struttura?

R. – Attualmente abbiamo 10 mamme con 17 bambini. Da lunedì, saranno 12 mamme e 21 bambini provenienti 5 dall’Italia e altri da Marocco, Tunisia, Romania etc. I bambini vanno da un anno a 6 anni; poi ci sono bambini di 9 anni, 11, 14 e 17. Dal primo gennaio ad oggi abbiamo accolto 27 mamme e 52 bambini. Abbiamo avuto 130 segnalazioni di situazioni di difficoltà.

D. – Chi sono queste madri senza fissa dimora e come vengono in contatto con la realtà della “Casa di Cristian”?

R. – Domenica scorsa, sono stato svegliato da una persona che mi diceva che c’era una donna con un bambino fuori della parrocchia dove io vivo e mi chiedeva cosa potessimo fare. L’ho accolta e l’ho portata nella “Casa di Cristian”. Era una donna rumena, scappata da una situazione di grosse difficoltà, dove veniva picchiata. Era con un bambino di un anno e mezzo, quasi due anni. Come lei ce ne son tante altre… Storie di violenza familiare, sfratti, perdita di lavoro, richiedenti asilo politico... 

D. - Che tipo di assistenza viene offerto a queste donne con bambini?

R. - Tutte le mamme con i bambini vengono accolte e viene dato non solamente il cibo, ma anche supporto psicologico, possono uscire a fare lavori e poi tornare, i nostri operatori come tanti volontari vengono e fanno il servizio con questi bambini. Facciamo una rete di solidarietà intorno alla famiglia. Un problema che noi ritroviamo è che quando poi escono purtroppo c’è una recidività, quindi ritornano anche a distanza di poco tempo perché non ce la fanno ad andare avanti da sole.

D. - Quali sono le migliorie di questa nuova struttura rispetto alla precedente?

R. – Innanzitutto è più grande. Adesso ci sono nuclei che possono vivere per conto loro, c’è anche un piano dove c’è una ludoteca, dove c’è un piccolo teatrino, dove c’è una bel refettorio, c’è un giardino intorno. E’ una struttura che dà un respiro più bello e più accogliente dove i bambini possono stare serenamente.