''Non basta il permesso, ai profughi bisogna dare sbocchi lavorativi''


Pubblicato il 01.10.2007 in News Sociale

La richiesta di Michael Kidane, presidente del Coordinamento democratici eritrei in Italia, intervenuto oggi a Milano. Assessore Dioli: ''Costringiamo alla marginalità e all'abbandono chi fugge da guerre e persecuzioni''.
 
"Ai profughi bisogna dare anche sbocchi lavorativi, non basta il permesso di soggiorno per ragioni umanitarie": è la richiesta di Michael Kidane, presidente del Coordinamento democratici eritrei in Italia, che è intervenuto oggi a Milano al convegno "Pace e giustizia in Africa. La società civile africana a confronto", organizzato dalla Provincia di Milano per inaugurare la Settimana della Pace che culminerà domenica nella XVII edizione della Marcia Perugia-Assisi. "Accogliere questi giovani poco più che ventenni che ogni giorno fuggono dall'Eritrea -aggiunge Michael Kidane-, significa capire la loro storia e non lasciarli soli alla mercé del lavoro nero". Con la legge Bossi-Fini è stato introdotto il permesso di soggiorno per ragioni umanitarie, che, rispetto allo status di rifugiato, ha la caratteristica di essere temporaneo e di dover essere rinnovato ogni anno. "Con questa distinzione fra rifugiato politico e umanitario non si fa giustizia della storia di questi giovani -sottolinea Michael Kidane-. Fuggono da un paese dittatoriale, in cui non c'è libertà di espressione, non c'è lavoro e tutti gli uomini vengono chiamati per molti anni a svolgere il servizio militare e combattere".

L'Italia è uno dei pochi paesi europei che non ha ancora una legge organica in materia di asilo politico. "I diritti fondamentali dei richiedenti asilo non vengono rispettati nel nostro paese -aggiunge Irma Dioli, assessore alla Pace della Provincia di Milano- Costringiamo così alla marginalità e all'abbandono chi fugge da guerre e persecuzioni". Secondo  il rapporto "L'utopia dell'asilo" dell'Ics (Consorzio italiano di solidarietà), nel corso del 2005 le sette Commissioni territoriali esaminatrici (Milano, Gorizia, Roma, Crotone, Trapani, Siracusa e Foggia) hanno vagliato in tutto 6.742 domande: solo al 4,3% dei richiedenti è stato riconosciuto lo status di rifugiato (in tutto 289 domande), mentre al 41,9% è stato concesso un permesso di soggiorno per ragioni umanitarie della durata di un anno. Quasi la metà (47,9%) sono state respinte. Una delle poche iniziative per l'accoglienza dei rifugiati è costituita dal Sistema di Protezione dei richiedenti asilo e rifugiati, attivo in 81 comuni italiani. Nel 2005 riuscivano a offrire circa 2400 posti per l'accoglienza e un sostegno per l'inserimento sociale.
 

 

Redattore Sociale


Autore: dp