Nervi, assalto ai clochard in stazione


Pubblicato il 27.12.2012 in News Sociale

Ettore il clochard, conosciuto da tutti a Nervi come “Il Conte”, non aveva avuto il coraggio di raccontarlo alla polizia, la notte in cui la banda l’ha riempito di botte alla stazione ferroviaria.


La sua colpa? Quella di essere un «barone puzzolente», a dispetto del soprannome che indica una certa signorilità d’aspetto. E d’altra parte, chi avrebbe creduto al “Conte”, se avesse raccontato che ad aggredirlo a bastonate, a ricoprirlo di schiuma antincendio, la notte del 14 dicembre - una delle più fredde dell’anno - era stata una banda di ragazzi (e una ragazza) violenti in perfetto stile Arancia Meccanica? Meglio buttare la colpa addosso ai “colleghi” della vita di strada, che come lui - quella notte - si erano rintanati nella sala di aspetto della stazione di Nervi che raccontare la verità. Troppo spaventosa, troppo insensata.
Ma le telecamere della stazione hanno ripreso tutto: e inquadrano quattro ragazzi e una ragazza, forse chissà, pure di buona famiglia, che entrano in stazione e si scatenano. Lanciano petardi nella sala di aspetto per spaventare i barboni che si sono rintanati lì per dormire e, forse, anche allo scopo di attirarli fuori. Ma soltanto il “Conte” esce dal dormitorio improvvisato ed è a quel punto che la banda lo aggredisce a bastonate e lo massacra. Una lunga scia di gocce di sangue, la mattina dopo, è la prima pista delle indagini della Polfer, che adesso è sulle tracce dei giovani violenti.
Sempre loro - ignari di essere stati già ripresi dalle telecamere di sorveglianza - secondo quanto ha raccontato un altro barbone nei giorni scorsi, avrebbero tentato un altro raid contro i clochard ma sarebbero poi fuggiti senza riuscire, per fortuna, a ferire nessuno.
L’indagine condotta dagli agenti della Polfer di Principe, seguita personalmente dalla vice dirigente del compartimento di polizia ferroviaria, Lorella Balducci, non si presenta comunque facile.
«Una brutta vicenda, un’indagine complessa», si limita a dichiarare la dirigente. Il punto è che le immagini delle telecamere, che hanno raccolto la sequenza del blitz, sono scure e sfocate: non sarà semplice dare un volto alla banda di giovani che hanno picchiato a sangue, con i bastoni, il barbone più conosciuto di Nervi, noto nella delegazione soprattutto perché ogni mattina, compare appunto alla stazione ferroviaria, nelle giornate più miti, in viale delle Palme.
Un lavoro certosino, provare ad arrivare alle loro identità tramite gli abiti che indossano e le descrizioni sommarie della loro vittima principale e degli altri barboni che si trovavano in stazione la notte del 14 dicembre, quando il branco è arrivato “armato” di bastoni e di petardi modello magnum: in una sequenza rapidissima li hanno esplosi nella sala di aspetto gettando nel panico i barboni già mezzi addormentati. Soltanto Ettore Silvì, questo il nome del “Conte”, era uscito dalla sala di aspetto finendo nel mezzo del pestaggio con i bastoni. Poi, non paghi di averlo picchiato a sangue, i quattro giovani e la ragazza hanno afferrato un estintore e lo hanno svuotato in parte addosso al barbone già ferito, in parte nella sala di aspetto dove gli altri ospiti, terrorizzati, pregavano soltanto che il branco sparisse nella notte dalla quale si era materializzato all’improvviso.


Autore: Francesca Forleo e Matteo Sacco
Fonte: Il Secolo XIX